Nardò 25 maggio_di COSIMO POTENZA_La politica ci ha abituati, da tempo, a vedere scaricate le colpe degli errori commessi sugli avversari nascondendo furbescamente in cassaforte le proprie manchevolezze. L’uscita di ieri di Mino Natalizio dopo le dichiarazioni dei suoi,in questo momento, colleghi di governo ci appare oggi più come una mossa strategica per costringere alle dimissioni i suoi vecchi amici di maggioranza che una volontà espressa di sollevare in maniera chiara un problema reale.

In seguito al nostro articolo di ieri AMP:Nardò insorge ma con quali motivazioni? in cui abbiamo chiesto a gran voce le dimissioni dei componenti, dell’organigramma della stessa area marina, di riferimento alla nostra città e dopo le precisazioni di ieri del presidente di AMP Remì Calasso rilasciate sul Quotidiano di Puglia e Telerama, nelle quali contesta le accuse lanciate a mezzo stampa dal coordinatore del Parco di Portoselvaggio e Palude del Capitano,  ci preme riportare la questione nei termini più consoni a una verità rivisitata su basi oggettive.

Partendo dal supposto inequivocabile che le dimissioni sono un atto dovuto e che le stesse andrebbero allargate anche al Sindaco di Nardò parchè non è riuscito a incanalare nella giusta direzione le scelte fatte all’interno di quelle commissioni oltre che ai progettisti, per incapacità manifesta, che si sono visti bocciare dal ministero dell’ambiente i finanziamenti presentati per la nostra città “riqualificazione ex Jolly mare”. Dopo queste considerazioni certamente non possiamo addossare le colpe a Porto Cesareo se i disegni delle opere presentate hanno superato in termini di interesse quelli proposti dalla nostra città visto che sicuramente sono stati considerati migliori dei nostri in tutte le loro componenti. Come pure è incomprensibile il richiamo all’allargamento dell’area marina e il perché non si riesca a giungere a una conclusione visto che gli enti interessati sono solo tre Nardò, Porto Cesareo e Provincia e la disponibilità del presidente di Amp e per sua voce della comunità cesarina a venire incontro a tale richiesta. E’ lecito pensare,a questo punto, che i nostri amministratori siano bravi solo a farsi sentire sulla stampa e sui social e non nelle sedi più appropriate?

Ancor peggio se dovesse sorgere il dubbio che i progetti presentati dalla nostra città siano stati accantonati per mancanza di peso politico preferendone altri, Nardò vedrebbe la sua immagine ancora una volta ridimensionata nei confronti di realtà estremamente più piccole viste le infime dimensioni della nostra politica cittadina. Questo è il risultato del continuo annaspare in un mare in tempesta cercando aiuto ora su una sponda ora su di un’altra senza prendere una decisione forte su quale di esse si intende approdare. Occorre aggrapparsi con tutte le membra a disposizione per essere sicuri di poter essere salvati da coloro che ti vogliono far salire sulla terraferma altrimenti preservando la forza di una mano per utilizzarla sull’altra sponda non potrà mai dare a qualcuno la certezza di non annegare.

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