Fonte Euronews_16 febbraio_ Ultima “fotografia” prima del divieto di pubblicare sondaggi: a due settimane dalle elezioni, il solo dato certo è l’incertezza

 

a cura di Matteo Cavallaro – Lorenzo Pregliasco,* Quorum*/Youtrend**

Mancano due settimane alle elezioni e le forze politiche entrano nel periodo più caldo della campagna elettorale, in cui si concentrano gli ultimi sforzi per convincere gli indecisi. Da oggi in avanti, inoltre, sarà vietato pubblicare sondaggi, rendendo particolarmente interessante osservare le coalizioni prima del periodo di “buio”.

A livello nazionale, la nostra Supermedia continua a registrare un netto vantaggio del centrodestra che, con il 36,8%, risulta la prima coalizione distaccando nettamente Movimento 5 Stelle e centrosinistra, fermi rispettivamente al 28,1% e 27,4%.

Sopra la soglia di sbarramento, ma lontana dagli altri ed in discesa, c’è poi la compagine di Liberi e Uguali guidata da Grasso, a cui i sondaggi attribuiscono il 6.1%. Se passiamo dalle coalizioni alle singole liste, il Movimento 5 Stelle risulta il partito più votato ma, è bene ricordarlo, la maggior parte dei sondaggi hanno svolto le interviste prima dello scandalo Rimborsopoli.

Il Partito Democratico è invece secondo con il 22.8% e sembrerebbe subire la concorrenza interna dell’alleato “+Europa”, quotato poco sotto il 3% e il cui trend appare in crescita. Se +Europa dovesse superare lo sbarramento, il PD rischierebbe di non essere il primo gruppo parlamentare, scommessa su cui Renzi ha insistito molto nei mesi precedenti. Nel centrodestra, invece, Forza Italia sopravanza la Lega (rispettivamente al 16,4% e 13,4%) anche se nell’ultima settimana si nota un leggero avanzamento della Lega.

Nella parte proporzionale appare evidente come nessuna coalizione sia vicina ad ottenere una maggioranza assoluta.

Sono quindi i seggi attribuiti nella parte uninominale che possono fornire i seggi necessari a governare. Grazie al modello sviluppato su rosatellum.info, possiamo stimare il risultato di ogni coalizione nei singoli collegi.

Secondo le nostre simulazioni, nessuna coalizione avrebbe i numeri per governare.

Il centrodestra si fermerebbe a pochi seggi dalla maggioranza in ambo le Camere arrivando a 288 deputati e 136 senatori. A livello di partito, PD e Movimento 5 Stelle lotterebbero per il ruolo di primo gruppo parlamentare, ottenendo rispettivamente 143 e 158 deputati, oltre a 75 e 81 senatori. Distanziati Forza Italia e Lega con 130 e 107 deputati ciascuno, cui si aggiungono 65 e 40 senatori. Con questi numeri, è difficile immaginare una maggioranza diversa da un “governo del presidente” sostenuto da forze politiche dei vari schieramenti. La forza dei candidati locali e la qualità delle loro campagne elettorali, però, potrà ancora fare la differenza. Inoltre, dalle nostre elaborazioni, emergono almeno 78 collegi incerti alla Camera e 37 al Senato, in cui gli schieramenti sono molto ravvicinati e il risultato potrà cambiare nelle prossime settimane.

La partita sembra sostanzialmente chiusa al Nord, dove il centrodestra alla Camera vincerebbe in 78 collegi, di cui 58 con un vantaggio stimato superiore al 10%. In Lombardia, con l’eccezione di un collegio di Milano città, il vantaggio è sempre superiore al 5% e pare alla portata l’en-plein. Centrosinistra e Movimento 5 Stelle sarebbero confinati nelle città (in particolare Torino, Venezia, Trieste per il centrosinistra e Genova per il Movimento 5 Stelle) e in Trentino, dove grazie all’alleanza con SVP il centrosinistra può sperare di ottenere 6 collegi su 6.

Nelle Zone Rosse non sorprende il vantaggio del Partito Democratico che si aggiudicherebbe 31 dei 40 seggi in gioco alla Camera. In questa parte d’Italia, le sorprese vengono dalle zone di confine: le Marche sono terra di conquista per il Movimento 5 Stelle, mentre il ferrarese, insieme al sud della Toscana e delle Umbria potrebbe regalare seggi al centrodestra.

Infine, rimangono i 101 collegi del Sud. Secondo i nostri dati è nel Meridione che si deciderà l’esito delle elezioni ed è questa parte di paese che va osservata con attenzione da qui al 4 Marzo. Dei 78 seggi incerti a livello nazionale, 45 sono dal Lazio in giù e solo 21 seggi sono “probabili”, ovvero vedono un superiore al 10% per la coalizione vincente. In particolare, Calabria e Sicilia, pur premiando il centrodestra, sono in gioco e potrebbe cambiare casacca, magari verso il Movimento 5 Stelle, togliendo ulteriori seggi a Forza Italia e rendendo ancora più impervia la via del governissimo.

A due settimane dalle elezioni, il solo dato certo è quindi l’incertezza.

Da un lato, nessuna coalizione appare al momento vincente: il centrodestra è vicino alla maggioranza, ma avrebbe ancora bisogno di un 3% di voti in più e la sua crescita pare essersi fermata. Allo stesso tempo, non si vede nessun’altra alternativa: il governissimo PD+FI è a corto di una trentina di seggi alla Camera ed è appeso alla resistenza dei forzisti presso l’elettorato meridionale.

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