Sarà l’associazione temporanea di imprese composta da Giordano Gaetano s.r.l. (capogruppo), Elemer s.r.l. e Mengoli Energy s.r.l.u. (che ha totalizzato in sede di gara un punteggio complessivo di 93,762 punti, offrendo un ribasso economico del 8,5%) ad eseguire i lavori di restauro e rifunzionalizzazione dell’ex Antoniano di via Generale Cantore. Già nei prossimi giorni l’apertura del cantiere che trasformerà il vecchio immobile in una residenza sanitaria per persone disabili. Un intervento da 3 milioni e 565 mila euro, interamente finanziato dalla misura di rigenerazione urbana relativa allo Sviluppo Urbano Sostenibile (Patto per la Puglia – FSC 2014-2020) della Regione Puglia. Il progetto è stato redatto dal raggruppamento di professionisti composto dagli architetti Antonio Vetrugno (capogruppo), Sergio Rollo e Lorenzo D’Elia, dagli ingegneri Gregorio Raho, Gianluca Vergari e Francesca Longo, dalla dottoressa Antonietta Martignano e dalla geologa Alessandra Miglietta. 
Il vecchio Antoniano, dunque, cambierà volto a 25 anni esatti dalla morte di don Salvatore Leonardo, primo parroco della attigua chiesa del Sacro Cuore di Gesù, e a 50 anni dalla morte di don Gregorio Gaballo, fondatore dell’Opera Antoniana e ispiratore della realizzazione della chiesa.


“Dopo 30 anni di abbandono e degrado – dice il sindaco Pippi Mellone – inizia il recupero di un immobile storico, simbolo della generosità di tutta la comunità neretina. Al suo posto, in coerenza con le indicazioni regionali, sorgerà una Rsa per disabili con 18 posti letto e altri servizi. Un’opera importantissima da oltre tre milioni e mezzo di euro, finanziata a fondo perduto dalla Regione Puglia. Con questo intervento, oltre a fornire un servizio utile alla comunità, daremo decoro e valore a tutto il quartiere, secondo la logica della “rigenerazione urbana”. È un’altra pagina di storia: un immobile in pieno centro, dimenticato e abbandonato da anni, diventa un moderno centro servizi”.
Nascerà un centro socio-ricreativo per anziani al piano terra e una residenza sanitaria assistenziale per soggetti disabili al primo piano. In funzione di centro socio-ricreativo sorgeranno soggiorno/sala tv, sala lettura, laboratorio per attività creative, oltre ai servizi. Sempre al piano terra, ma in funzione della Rsa, sorgeranno un locale di prima accoglienza, uffici per il personale amministrativo, sala colloquio a disposizione dell’equipe medica e dei parenti degli ospiti, laboratorio per attività manuali, sala per attività di relazione, sala da pranzo, area di servizio. Al piano terra è prevista anche la realizzazione di una caffetteria, nonché la riqualificazione della sala dell’Antoniano un tempo destinata a cinema e teatro, che diventerà uno spazio polifunzionale per laboratori di cultura, esposizioni, conferenze. Al primo piano ci saranno, invece, area abitativa, ambienti per l’attività sanitaria e per la socializzazione, sala pranzo, locali di servizio e per il personale, cappella. La superficie utile al piano terra è di 1017 metri quadri, oltre a 391 metri quadri della sala polifunzionale, mentre al primo piano la superficie utile è di 1161 metri quadri.
Gli oltre 3 milioni e mezzo di euro sono parte di un finanziamento di 6 milioni di euro per la strategia d’area condivisa con Leverano e Porto Cesareo. Il Comune di Nardò ha inserito l’immobile nella proposta a seguito di una intesa con la Diocesi di Nardò Gallipoli, proprietaria dello stesso, che nel 2018 ha ceduto per venticinque anni – al prezzo simbolico di 1 euro – il diritto di superficie dell’area su cui sorge il complesso (che occupa un lotto compreso tra le vie Pitagora, Leonardo Da Vinci e Generale Cantore). L’esigenza e l’opportunità del recupero dell’immobile per fini sociali è emersa anche dai contributi dei cittadini e dei portatori di interessi istituzionali in occasione delle iniziative di partecipazione che il Comune di Nardò ha organizzato nell’ambito della strategia di rigenerazione urbana. L’immobile sarò uno snodo importante per la riqualificazione di tutto il quartiere.
La storia dell’ex Antoniano prende le mosse dal dopoguerra, quando mons. Gregorio Gaballo pensò di realizzare con le donazioni dei fedeli un’opera per l’assistenza dei meno abbienti e l’educazione dei giovani, intitolata a S. Antonio. La costruzione venne avviata nel 1948 e continuò per tutto il decennio successivo anche per l’esiguità dei fondi a disposizione. Nel 1957 si iniziò a costruire uno spazio da 500 posti da destinare a teatro e sala cinematografica. Nel 1963, a lavori non ancora ultimati, fu deciso di utilizzare questo immobile per trasferirvi provvisoriamente i reparti dell’ospedale ospitati nell’ex convento di S. Antonio, già in precarie condizioni statiche. L’urgenza portò all’esecuzione di lavori di adattamento e finitura in economia, eseguiti con maestranze locali, sotto la direzione dei tecnici comunali. A seguito dell’inaugurazione della nuova sede dell’ospedale civile di via XXV Luglio nel 1968, i reparti dell’Opera Antoniana furono trasferiti e l’immobile fu destinato ad ospitare diversi istituti di istruzione superiori sino ai primi anni 2000. La sala ha ospitato abbastanza regolarmente spettacoli teatrali e cinematografici sino ai primi anni ’80, successivamente è stata utilizzata come auditorium annesso all’oratorio della parrocchia Sacro Cuore di Gesù sino alla metà degli anni ’90, quando è stata definitivamente chiusa.

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