In vista delle prossime elezioni politiche, preso atto del livello assolutamente insoddisfacente della discussione che vede protagonista il mondo politico pugliese e nazionale e tenuto conto che, allo stato attuale, vengono completamente escluse dall’agenda politica le emergenze reali dei cittadini, gli amministratori dei comuni salentini lanciano un documento, con l’obiettivo di riportare le esigenze del territorio al centro dell’agenda politica.

Primi firmatari sono:

Alessandro Delli Noci (Vice Sindaco di Lecce)
Andrea Pulli (Vice Sindaco di Squinzano)
Antonio Tondo (Consigliere Provinciale Lecce)
Marcello Amante (Sindaco di Galatina)
Pippi Mellone (Sindaco di Nardò)

Documento Politico
Elezioni 2018 – Un’occasione per il territorio

Premessa

In Italia emerge la necessità di riconsegnare centralità ai cittadini, che attraverso una crescente disaffezione al voto e una palpabile sfiducia verso il parlamento, manifestano insofferenza per una democrazia non pienamente rappresentativa.

C’è l’urgenza di riconoscersi in nuove proposte, in politici differenti dal passato,
preparati e radicati sul territorio.

La stagione della corruzione sistemica e quella del parlamento degli “onorevoli nominati” ha scavato una distanza profondissima fra i partiti ed il popolo, spingendo all’astensione di massa e alla nascita di un movimento antipolitico, come il Movimento 5 Stelle, che dopo una iniziale ed apprezzabile spinta di rinnovamento, ha dimostrato i propri limiti sul campo: stretto tra l’annichilimento delle competenze ed i rapporti non chiariti tra eletti e Casaleggio Associati (una società di capitali che partecipa alle dinamiche di costruzione delle leadership!) questo movimento si è dimostrato incapace di trasformare la protesta in una azione di buon governo.

La situazione del territorio Il Salento manifesta profondi bisogni di cambiamento, dettati da spinte economiche, sociali, demografiche e culturali che investono l’intera Puglia. Questi bisogni stridono con lo scollamento tra lo stato centrale e le esigenze delle comunità locali, stremate dai problemi concreti e dalle necessità immediate: impennata delle
malattie (soprattutto tumorali), difficoltà col lavoro, trasporti penalizzanti, necessità di tutela dei diritti umani, migrazioni, criticità della rete ospedaliera ecc. ecc.

Le province di Lecce, Brindisi e Taranto sono diventate zone di morte e di conflitti sociali per la presenza di impianti inquinanti e per le recenti imposizioni in tema di trattamento dei rifiuti e politica energetica.
Amministratori locali e cittadini non si sentono più padroni dei territori che abitano e
questo è gravissimo!

Cosa fare

Bisogna utilizzare al meglio la nuova legge elettorale: i cittadini potranno scegliere innanzitutto tra i candidati di collegio e, per questo, gli amministratori locali devono pretendere dalle segreterie dei partiti dei referenti che abbiano a cuore le istanze dei territori.

Così come avvenuto in quelle città dove si è andati oltre gli schieramenti dovrà avvenire anche nella offerta politica: occorrerà dire basta alla logica delle poltrone e mettere al centro i bisogni dei cittadini.

Oggi i partiti e i movimenti, pur nelle differenze culturali che ne caratterizzano la genesi, tendono ad una confusione programmatica, nella quale ogni forza politica appare come un grande calderone dove si cuoce di tutto: nessun partito o
movimento ha una linea definita e ciò avviene nelle politiche del lavoro, delle migrazioni, nella gestione del mondo della scuola, nelle politiche di solidarietà sociale, nei rapporti con l’Europa e con il resto del mondo.

In questa situazione ciò che fa la differenza sono le radici, la militanza civica e sociale, il valore delle singole donne e dei singoli uomini che dovranno essere rappresentativi di movimenti civici, associazioni culturali, sociali e ambientaliste per poter fare la differenza, con la forza della propria storia politica e personale.

Noi siamo fermamente convinti che occorra usare al meglio la nuova legge elettorale, per produrre una rivoluzione culturale ed avviare un rinnovamento profondo, che parta dalla politica per la politica, dalla comunità per la comunità.

 

 

 

 

 

Conclusioni

Vogliamo che i movimenti ed i partiti politici formulino la propria offerta politica
scegliendo i propri candidati di collegio tra esponenti di movimenti civici e
dell’associazionismo, che abbiano un forte radicamento territoriale; pretendiamo
che non vengano utilizzati i collegi salentini per paracadutare esponenti politici
provenienti da altri territori; chiediamo che la politica si faccia interprete
dell’esigenza di rinnovamento manifestata da chi crede nel rinnovamento della
politica, nella militanza, nella possibilità di fare la propria parte a favore della
comunità.

Vogliamo che queste decisioni siano certificate dall’individuazione di candidati di
collegio graditi alla base e alle amministrazioni locali.

Lanciamo la costruzione di un programma delle idee per il territorio, che sia
trasversale e che individui degli obiettivi oltre la destra ed oltre la sinistra e a favore
della comunità salentina: ospedali oncologici e pediatrici, aeroporto e rete
ferroviaria, rete portuale e strade, piano energetico e di decarbonizzazione,
gestione dei rifiuti, tutela della salute e dell’ambiente, piano industriale e delle
innovazioni, politiche di rigenerazione edilizia, delle università, della terza età, del
turismo, della solidarietà sociale, ecc. ecc.

Non possiamo consegnare il futuro del Salento agli yes-men dei partiti o ai
candidati selezionati con i click su una piattaforma.

Ora o mai più i partiti ed i movimenti devono fare una scelta utile per i cittadini o
cedere il passo all’antipolitica.

Salento, 21 Novembre 2017

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