A distanza di quasi due anni dal consiglio comunale monotematico (1 marzo 2012) sull’adeguamento del recapito finale delle acque reflue depurate con la realizzazione di una condotta sottomarina, sento il diritto dovere di esprimere la mia opinione ed offrire un mio contributo al dibattito che avra’ nella giornata dell’8 ottobre un momento importante. In occasione di quel consiglio comunale, un mio parere di natura tecnica, richiestomi dal sindaco durante una riunione di maggioranza, per quanto indirizzato esclusivamente ai consiglieri comunali e non alla pubblica opinione ,venne deliberatamente trasmesso alla stampa on line tramutandosi in motivo di invettive ed attacchi personali.

 

Mi ero limitato, allora, ad osservare come l’opera strategica oggetto di tanto accesa quanto legittima ostilita’ da parte dell’opinione pubblica prevalente e delle associazioni ambientaliste fosse asimmetrica e non supportata dagli atti amministrativi sino a quel momento adottati dall’assise comunale e dalle giunte temporalmente competenti e medio tempore avvicendatesi.

Avevo acceso un campanello di allarme, limitandomi a segnalare il rischio connesso alla tardivita’ ed illogicita’ di azioni e provvedimenti politici amministrativo rispetto a determinazioni chiare precise e concordanti gia’ assunte a favore della condotta sottomarina da parte dei rappresentanti istituzionali del nostro comune; della serie : attenti a non chiudere i recinti di seguito alla fuga dei cavalli.

 

Dopo questo tempo, avendo avuto modo di leggere l’ultima proposta di protocollo di intesa della Regione Puglia, mi sembra, per un verso, di rilevare un avanzamento sostanziale ed incoraggiante delle tutele ambientali riservate al nostro territorio per altro verso la conferma di una scarsa reattivita’ istituzionale .

 

Chapeau bas all’associazione No Tub ed alle altre associazioni ambientaliste di Nardo’, che in questo periodo non hanno fatto mancare utili e motivate proposte tese a favorire “un risultato” del tutto assente, prima facie, nel progetto di realizzazione della condotta sottomarina; vale a dire : l’affinamento ed il riutilizzo delle acque depurate.

 

Su questo punto interessantissimo, che ascrivo, esclusivamente, al meritorio impegno delle associazioni cittadine, portatrici di interessi diffusi , sono dedicate ,ahime , poche righe nel protocollo di intesa e soprattutto evidenziano, ancora una volta, una carenza propositiva e il grave ritardo dal lato dell’ente comunale.

 

Il protocollo, in questione, infatti, rimanda ad un impegno del Comune : “… a specificare il fabbisogno della risorsa idrica affinata sulla base della quantificazione presuntiva delle portate richieste dai potenziali utenti; in secondo luogo … l’impegno a predisporre una dettagliata descrizione delle caratteristiche dell’intera filiera … ed infine, l’impegno a formulare formale richiesta alla Regione Puglia di attivazione di contributi finanziari per la realizzazione delle opere necessarie al riutilizzo.

 

Per bocca dello staff del Sindaco Marcello Risi apprendiamo che, in un recentissimo incontro tenutosi a Bari sul punto il Sindaco accompagnato da due assessori ha pensato bene di issare la bandiera di guerra ed avanzare la proposta della doppia condotta, una a Nardo’ ed una a Porto Cesareo…

 

Della serie: ” di qua non si passa, a ciascuno la sua condotta”, neanche fossimo” al comunale ” alle prese di un derby calcistico e, sono convinto che, se avesse deciso di portare a Bari con se, oltre ai qualificati assessori anche qualche autobus di supporters come accadde,in passato, in sua assenza ma con il suo patrocinio, per la questione ospedale con risultati evidenti a tutti, avrebbe sfiorato il tragicomico o la farsa.

 

La storia si ripete, infatti, la proposta avanzata dal nostro primo cittadino, prima citata in estrema sintesi, declina un approccio superficiale e distonico della nostra amministrazione, che agli appuntamenti importanti sembra arrivare decisamente impreparata e in assoluto ritardo .

 

La proposta di Marcello Risi, a mio avviso, si infrange impietosamente su almeno tre ostacoli insuperabili:

 

A) temporale : a causa della procedura di infrazione 2004/2034-causa C-565/10 in attuazione degli artt. 3, 4 e 10 della direttiva 91/271/CEE, che impedisce tempi lunghi;

 

B) pareristica vincolante: gia’ ottenuta del tutto favorevole al progetto(VIA Provincia, PAI Autorita’ di Bacino etc…) e procedura di appalto lavori gia’ conclusa da parte di AqP;

 

C) insuperabilita’ dei vincoli urbanistico ambientali afferenti al sedime demaniale di Porto Cesareo in particolare l’istituzione dell’Area Marina Protetta, che rende assolutamente non percorribile la strada della doppia condotta.

 

Non occorre essere dei geni, e di certo non lo e’ il sottoscritto, per evidenziare la manifesta illogicita’ dell’azione amministrativa sin qui profusa dalla nostra Amministrazione.

 

Ritengo necessario ed auspico un sostanziale cambio di rotta a partire dalle proposte e dai contributi, anche in linea tecnica, che verranno formulate l’8 ottobre dalla consulta dell’ambiente e dalle associazioni portatrici di interessi diffusi neretine.

 

1. Assumere garanzie sulla depurazione e sul monitoraggio tecnico sia del depuratore potenziato che della condotta sottomarina,2. proporre un programma serio per l’affinamento ed il riutilizzo delle acque depurate con approntamento di risorse finanziare ad hoc , 3. ottenere definitivamente la realizzazione della rete idrica e fognaria in tutte le marine e nelle parti della citta’ non attinte dal servizio; mi sembrano argomenti seri, piu’ importanti ed urgenti da porre al tavolo regionale al contrario di quanto fatto sinora, che ancora una volta sfiora il tragicomico e rischia di farci precipitare in una deriva giudiziaria, che ci vede perdenti in partenza.

 

Ricordo a me stesso che, la tutela del paesaggio e dell’ambiente implica necessariamente per le Amministrazioni procedenti la ricerca di una soluzione necessariamente comparativa della dialettica fra le esigenze di incremento di infrastrutture e sviluppo economico e quelle afferenti valori non economici quali appunto la tutela del paesaggio, dell’ambiente e della salute, sul punto si veda la sentenza n. 235/2002 della corte costituzionale.

 

Occorre, quindi, equilibrio e un minimo di approfondimento tecnico sul versante istituzionale che ad oggi evidentemente latitano a Palazzo Persone’.

 

L’augurio e’ che queste capacita’ possano arrivare, come si usa dire in gergo calcistico in “zona Cesarini” , nel tentativo di impedire errori che potrebbero compromettere diritti fondamentali delle future generazioni.

 

Vincenzo Candido Renna

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