Nardò 10 sett:_ Quanta città ci manca? È una domanda legittima quando parliamo di verde pubblico.  Non è difficile notare, per chi sa vedere ovviamente, come sia un optional nella gestione ordinaria e, non meno importante ,straordinaria di una città vittima di un pressapochismo camuffato da azioni a macchia di Leopardo e dall’ineducazione di fruitori poco inclini al rispetto di un luogo unico e irripetibile.

Un esempio è il giardino botanico conosciuto comunemente come “la villa comunale”, a ridosso del Castello degli Acquaviva d’Aragona, sede comunale  con indirizzo museale. Quindi in centro due opere di pregio che amplificano la bellezza di un luogo con due preziose strutture ad alza valenza turistica, attrattori insieme ad altri contenitori che fanno di Nardò una città d’arte.

Il giardino botanico neretino noto, basta fare qualche ricerca su internet per rendersi conto di quanto sia importante.

Una documentazione completa la troviamo sul sito della Regione Puglia dove l’agronomo neretino Bruno Vaglio dichiara :” La Villa Comunale di Nardò è sicuramente per la sua antica origine e per la suggestione della composizione scenica vegetale uno dei giardini storici più belli e rappresentativi del territorio salentino.

Essa presenta la peculiarità di essere sorta come spazio verde di pertinenza del castello, trovandosi in diretta contiguità con esso. Il giardino della Villa Comunale ha subito nei secoli notevoli rimaneggiamenti di cui si “leggono”, seppur a fatica, talune stratificazioni architettoniche e botaniche.

Questo spazio verde è attualmente adibito a Giardino Botanico Storico a seguito di restauro botanico conservativo concluso nel 2006 che ha comportato una “rinobilitazione” del sito in abbandono da anni e pertanto tenuto chiuso al pubblico.

Tra i principali interventi si annoverano l’abbattimento selettivo di esemplarei arborei e arbustivi -taluni con gravi alterazioni fitosanitarie e fitostatiche- in eccesso e incongrui sotto il profilo paesaggistico e storico.

Scopo primario del piano di restauro botanico è stato il rispetto delle stratificazioni nobili e la valorizzazione nel senso dell’intento originario che era quello di creare un “giardino dello stupore” ricco di forme vegetali rare (nuove per i tempi) e multiformi e policrome”.(fonte: https://www.giardinidellapuglia.it/i-giardini/nard%C3%B2/)

Un bene comune che va preservato e accudito ma dopo il restauro botanico conservativo del 2006 appare evidente , dalle immagini che vi proponiamo, che qualcosa nella macchina amministrativa non stia funzionando a dovere.

Documentazioni fotografica frutto di  segnalazioni giunte in redazione da cittadini e da turisti che apprezzando la “villa comunale” hanno segnalato lo stato di degrado della segnaletica botanica, la mancanza di una cartellonistica multilingue a sopperire alla presenza di personale qualificato.

Un stato dell’arte che ,certamente, l’assessore al ramo e lo stesso primo cittadino non possono non tener conto se l’obbiettivo è una riqualificazione del verde pubblico e urbano .

Tanto più evidente se incalzato dal contributo partecipato di cittadini attenti a saper vedere le discrasie di una città proiettata verso mete ambiziose ma ancora ferma, nel minuto mantenimento, a un modus operandi tallone di Achille di qualsiasi buona intenzione.

 

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