Tempo pieno in calo per gli alunni in entrata alle elementari
e fioccano le proteste dei genitori. Ma il ministero rilancia. “Aumenta il tempo pieno nella scuola elementare: per il secondo anno consecutivo, grazie all’introduzione del maestro unico e all’abolizione delle compresenze, si è registrato un aumento complessivo di 2.958 classi a tempo pieno e aumentano gli alunni che potranno usufruire di questo quadro orario”. Ma, allora, perché i genitori protestano? Dopo il boom di lezioni pomeridiane nelle classi iniziali della primaria di quest’anno, le famiglie si erano illuse che la cuccagna potesse continuare anche il prossimo anno. Ma non sarà così. Da Milano a Roma, passando per Firenze, le proteste sono vibranti.
A Milano per effetto della trasformazione d’ufficio di 150 classi prime a tempo normale (con lezioni in orario antimeridiano) quasi 3 mila bambini dovranno essere esclusi dal prolungamento delle lezioni fino alle 16. Anche nella Capitale i genitori sono in agitazione. I primi istituti ad organizzare la protesta sono state le scuole elementari Principe di Piemonte e Leonardo da Vinci, alle quali l’Ufficio scolastico provinciale (l’ex provveditorato agli studi) ha assegnato per il prossimo anno soltanto quattro classi prime a tempo pieno, anziché sei. E il comitato di protesta ha deciso per l’occupazione simbolica dei locali scolastici. Sempre a Roma, la protesta ha coinvolto il Circolo Iqbal Masih, dove una delegazioni di genitori si è incatenata davanti il provveditorato e, il giorno dopo, ha presidiato la scuola.
Sulle proteste romane nei giorni scorsi è intervenuta anche la ministra, Mariastella Gelmini, che ha definito “strumentali” le manifestazioni dei genitori. Stesso copione a Firenze e provincia, dove a guidare la protesta sono gli assessori alla Pubblica istruzione dei piccoli comuni. Dopo aver visionato le tabelle del personale per il prossimo anno, dieci assessori alla Scuola (Bagno a Ripoli, Barberino Val d’Elsa, Figline Valdarno, Greve in Chianti, Impruneta, Incisa Valdarno, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle Val di Pesa) hanno deciso di chiedere l’aiuto dei genitori. “Protestate insieme a noi contro lo Stato latitante”, chiedono a mamme e papà.
Anche a Firenze c’è preoccupazione per il futuro. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorso dall’assessore all’Educazione, Rosa Maria Di Giorgi. Saranno infatti 600 i bambini che restano fuori dal tempo pieno. Dopo il boom (più mille e 500 classi) di prime classi a tempo pieno dell’anno in corso, le famiglie si aspettavano che il servizio si stabilizzasse. Ma evidentemente non sarà così. Dopo quelli dell’anno scorso, i tagli agli organici previsti anche per il prossimo mese di settembre continueranno a rastrellare ore di “compresenza” alla scuola elementare e sarà difficile mantenere le prime classi a tempo pieno attivate quest’anno.
Basta dare un’occhiata ai dati del prossimo anno per rendersene conto. A Milano funzionano attualmente 1.466 prime a tempo pieno, a settembre ce ne saranno 1.312: 154 in meno. Stesso discorso a Torino, che passa da 597 a 515 prime a tempo pieno, e a Roma, che avrà 97 prime in meno a tempo pieno di quest’anno. La protesta è all’inizio, perché solo in questi giorni i sindacati stanno prendendo visione dei tagli che interesseranno le varie province nel 2010/2011. A Sassari da 94 prime “long time” si passerà 84. E in Sicilia la situazione appare ancora più critica: a Trapani quest’anno sono state attivate 30 prime a tempo pieno, che diventeranno 3 a settembre.
Ma la Gelmini non ci sta. “Anche quest’anno – dichiara – siamo riusciti ad aumentare il numero delle classi nelle quali sarà attivato il tempo pieno. Nonostante le polemiche strumentali che sono state sollevate su questo tema, in due anni, anche grazie all’introduzione del maestro unico prevalente, sono state attivate quasi 3mila classi in più. E’ un altro impegno che il governo ha mantenuto. Un risultato concreto che dimostra l’attenzione dell’esecutivo nei confronti delle famiglie e delle loro esigenze”.
Fonte: LaRepubblica
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