La Puglia ribadisce il no netto al nucleare
ma chiede anche che il Governo dica definitivamente che la Regione è fuori dalle mappe dove dovrebbero sorgere le centrali. La richiesta arriva proprio nel giorno del via ufficiale alla terza edizione del Festival dell’Energia, a Lecce fino al 23 maggio, organizzato da Aris, in partnership con Assoelettrica e in collaborazione con Federutility. Una sorta di “stati generali” dell’energia, dove la filiera è totalmente rappresentata, dalle rinnovabili all’atomo.
Sul fronte nucleare, il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, in un messaggio inviato in occasione dell’incontro “Anno 2020: come raggiungere gli obiettivi europei” ritiene “inutile e dannosa una contrapposizione ideologica tra coloro che sostengono la scelta del ritorno al nucleare come soluzione unica del problema energetico, e chi invece ritiene che questa soluzione unica debba essere data dalle fonti rinnovabili”. “La decisione sul nucleare – aggiunge Saglia – è comunque assunta”.
Dal canto suo il senatore del Pdl, Antonio D’Alì, sottolinea che lo strumento del decreto legislativo sul nucleare “non basta, servono nuovi strumenti per superare i veti del territorio”. La Puglia è in prima linea contro l’uso dell’atomo. Il Governo escluda in modo definitivo la Puglia dal rilancio del nucleare in Italia, sottolinea con forza il vicepresidente della Regione e assessore allo sviluppo economico, Loredana Capone che si aspetta “una convocazione in sede decisionale per un’esclusione totale del nucleare in Puglia” e rilancia un eco-piano energetico per la Regione con il “solare strutturale, l’ autoconsumo energetico degli edifici pubblici e industriali passando per la trasparenza e il rispetto ambientale”.
Per il presidente di Assoelettrica, Giuliano Zuccoli, il rilancio dell’energia nucleare “rappresenta una scelta ineludibile se si vuole concretamente promuovere un contenimento dei costi di generazione e della volatilità dei prezzi del chilowattora consentendo anche un drastico contenimento delle emissioni di anidride carbonica”. Zuccoli ha però sottolineato che il rilancio dell’atomo in Italia non si contrappone alla grande attenzione che si dovrà dedicare alle fonti rinnovabili(nel 2009 il 23% della produzione elettrica è assicurata da fonti rinnovabili).
Per Mauro D’Ascenzi, Vice Presidente FederUtility, è importante che la politica agisca ora, che sfrutti questo momento di crisi, senza ridurre l’impegno e l’attenzione verso il settore. Quindi il Festival di Lecce: “Colma un vuoto, è occasione per gettare le basi per arrivare alla definizione di una strategia condivisa da tutti i soggetti”. Ma l’opzione nucleare, secondo il direttore centrale internazionale fonti rinnovabili e progetti speciali Edison, Roberto Potì, “è fuori dall’obiettivo del pacchetto 20-20-20” mentre l’obiettivo sfidante è sulle rinnovabili ma “tra le rinnovabili e il nucleare c’è il gas che emette metà carbonio”.
Nel mirino anche i costi. “L’energia pulita costa – sottolinea l’amministratore delegato di Sorgenia, Massimo Orlandi – ecco perchè va rivalutato il credito di imposta”. Mentre sull’efficienza energetica il direttore generale Gdf Suez Energia Italia, Aldo Chiarini, ritiene che l’Italia sia “molto indietro”. “L’Ue – riferisce il responsabile nazionale energia e trasporti di Legambiente, Edoardo Zanchini – propone un nuovo scenario di sviluppo e se ci fossilizziamo solo su quante rinnovabili vanno prodotte non capiamo il messaggio che è quello degli interventi nella politica degli usi civili”.
In primo piano l’efficienza energetica per Giovanni Battista Zorzoli Presidente di Ises Italia: “E’ una priorità che si intreccia con gli usi termici ora non sufficienti”. Ed è proprio sul riscaldamento che punta il Piano nazionale per le energie rinnovabili realizzato dal Gestore servizi energetici (Gse): “Al 2020 bisogna raddoppiare la produzione di energia elettrica – anticipa Costantino Lato, direttore studi statistiche e servizi specialistici Gse – e occorrerà quintuplicare l’energia termica da rinnovabili”.
Fonte: GdM