Giornata all’insegna dell’acqua alta nella lagunare Nardò. Stando così le cose, i cittadini sono particolarmente meteopatici alle tracimazioni dei tombini delle acque reflue sempre pronte a ricordarci della disgraziata situazione, precaria, in cui versa questa città.
Per dovere di cronaca occorre ricordare che solo con le mutazioni climatiche di questi ultimi periodi si è innescato un problema che “capaci” professionisti del settore pubblico e privato, non avevano minimamente valutato.
Forse con quel dissennato modo di urbanizzare senza criterio ma solo per immediati profitti, non ha fatto altro che plagiare, si fa per dire, la natura stessa che lo si voglia o no prima o dopo ti ricorda che l’acqua alta non esiste solo a Venezia.
Dopo la chiusura di Castellino, Nardò ha scoperto che i rifiuti, o meglio l’emergenza rifiuti non è solo un problema dei grossi agglomerati urbani, ma è un problema che riguarda le piccole città. Il Salento, il grande salento non è da meno, figlio di un retaggio culturale che solo ora ha iniziato a scoprire l’ambiente e l’importanza di un funzionale e fattibile ciclo dei rifiuti (produzione,raccolta differenziata,smaltimento) sta annaspando sotto cumuli di immondizia.
I comuni sono nella maggiore dei casi inadempienti verso le società di smaltimento, dovuto ad una cattiva e probabilmente incapacità di saper gestire. È un male comune che riguarda non solo il sud ma abbraccia anche realtà meno avvezze al non saper fare.
Soldi e soldoni che entrano con i balzelli relativi alla tassa sui rifiuti nelle casse comunale, eppure si registra l’inadempienza.
I rifiuti sono l’affare del secolo? Forse il dubbio non è poi così remoto …