A settembre, alla ripresa dell’anno scolastico, circa 25 istituti scolastici del Salento, 100 in Puglia e più di mille in tutta Italia, si ritroveranno senza un dirigente scolastico. A fronte dei numerosi pensionamenti e trasferimenti, non ci sono vincitori di concorso da collocare in servizio.
“La vera e propria febbre del taglio” afferma al riguardo l’On. Teresa Bellanova “che si nasconde dietro quelle che il Governo chiama riforme, ha prodotto il blocco totale dei concorsi e del turnover. Eppure fino a pochi giorni fa i concorsi erano in preparazione”.
Il 27 maggio scorso si era tenuta una riunione, richiesta dalle Associazioni professionali rappresentative dei dirigenti scolastici, presso gli Uffici del Capo Dipartimento all’Istruzione, a Milano. Nel corso di questa riunione, alla presenza dei vertici degli Uffici ministeriali, si era affrontato fra gli altri anche il tema dei prossimi concorsi per la Dirigenza scolastica. Date uniche nazionali, indicazioni alle commissioni regionali di criteri di valutazione, tempi minimi di correzione e criteri di conduzione e valutazione delle prove orali, ed altri argomenti di carattere organizzativo. “Oggi è tutto bloccato, al punto che” – racconta la parlamentare del PD – “interpellati, da me personalmente, gli stessi Uffici ministeriali rappresentati a quell’incontro hanno affermato al telefono di non essere assolutamente a conoscenza di alcun concorso in preparazione”.
“Nell’assoluto silenzio ministeriale, quindi, a settembre migliaia di famiglie italiane porteranno i propri figli in scuole senza guida strategica”. Questa la conclusione alla quale è giunta l’On. Bellanova. “Per questo motivo ho deciso di presentare, nei prossimi giorni, un interrogazione parlamentare al Ministro Gelmini” annuncia. “Chi si assume la responsabilità di presentare una raffica di tagli come riforma, si deve anche assumere l’onere di provvedere ad una efficiente riorganizzazione funzionale del servizio. In questo caso” conclude la Bellanova “non è avvenuto ed a farne le spese, di questo come dell’impoverimento formativo, sono ancora una volta le famiglie che, non potendosi permettere quella privata, si rivolgono all’istruzione pubblica”.
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