L’estate al di là della bella stagione e al conseguente ozio creativo, dilagante tra spiagge e scogliere , porta con se, come fosse una dote di una giovine donzella, le diatribe stagionali.
Cicliche, a volte sterili e strampalate, ripropongono i “soliti problemi” che si riprendono a giugno e si abbandonano a settembre.
Appigli più o meno consistenti che spaziano dal serio al faceto ed è il pane quotidiano dei Savonarola di turno, pronti , ligi a criticare e spergiurare ma se ne guardano bene, anzi ci vedono benissimo, dal proporre o suggerire soluzioni concrete e durature.
Discrasia a basso costo potremmo affermare, dove da un lato si addita tutto e tutti del proprio disagio “vacanziero”, ma poi ognuno si chiude in casa propria come lo struzzo che seppellisce la testa nella sabbia.
In fin dei conti un popolo di matti direte voi, che riconoscono da lontano i propri diritti ma non sanno vedere da un palmo del proprio naso, i loro doveri.
Perché apparirà strano ma diritti e doveri se rispettati ed attuati sono il modus operandi del convivere civile tra cittadini e istituzioni e forse se attuati, la ciclicità e i ricorsi storici prima o dopo avranno un lieto fine …
Per ora siamo solo testimoni di un bailamme indifferente e arido che ha la sua innaturale ripetitività …
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