Nel luglio del 2009 la Corte Costituzionale, con sentenza n° 238, ha definitivamente sancito la natura tributaria della tariffa di igiene ambientale.
Così anche a Nardò si sono apportate le dovute modifiche al regolamento per rendere congrua l’applicazione del tributo.
Da quest’anno, infatti, il servizio di igiene ambientale viene riscosso dal Comune di Nardò-Settore Tributi. Fin qui nulla di eccezionale, visto che potrebbe sembrare a prima vista un cambio necessario per la migliore gestione del servizio di riscossione tributi.
Abbiamo pensato “migliore e necessario” – affermano i Responsabili dell’Associazione che a Nardò tutela i Diritti dei Consumatori e Utenti, Moira EPIFANI e Monica RAHO – “ma ci siamo illusi troppo presto che un Comune così poco attento al cittadino-consumatore potesse davvero mettere le famiglie di Nardò, ormai da anni protagoniste passive della questione “Spazzatura e Caro-Rifiuti”, nella condizione di avere un città più pulita in primis, e un servizio di igiene ambientale meno costoso degli anni passati, quando alla TIA veniva regolarmente ma incostituzionalmente aggiunto il 10% di iva, pagato dalle tasche dei cittadini di Nardò, una cifra esorbitante se si pensa che mediamente sono state <<scippate>> circa 300-400 euro per ogni famiglia neretina negli ultimi dieci anni.
Per questo l’Associazione Avvocatideiconsumatori, con sede a Nardò in Via Aldo Moro n. 34, invita tutti i cittadini a recarsi presso la stessa, muniti delle ricevute di pagamento della spazzatura degli ultimi dieci anni, per intentare, con gli avvocati messi a disposizione, una battaglia legale ed un giudizio civile di rimborso dell’iva finalizzata al recupero di queste somme, finora illegittimamente percepite dalla Ditta Bianco Igiene Ambientale che a Nardò gestisce il Servizio di Smaltimento Rifiuti.
Alcuni cittadini avranno probabilmente ricevuto l’avviso di pagamento della tariffa rifiuti e del tributo provinciale per l’anno 2010. “Diciamo <<probabilmente>> in quanto, essendo l’avviso spedito per via posta-ordinaria esso poteva, e in certi casi così è successo, non giungere a destinazione del cittadino che, ignaro del cambiamento di programma in merito alla riscossione tributi, oggi addirittura rischia di trovarsi lievitata e non di poco la cartella di pagamento”.
Stando infatti a quanto recita il Regolamento Comunale Tariffa Servizi Gestione Rifiuti, così come modificato con Deliberazione di Consiglio Comunale nr. 39 del 30.04.2010, all’art.23 relativo alle <<maggiorazioni tariffa e sanzioni>> si legge che, se l’utente non dovesse pagare entro il termine di scadenza indicato, sarà a suo carico applicata una sanzione del 30% sull’importo della tariffa, vale a dire che se entro detto termine di scadenza indicato sull’avviso di pagamento notificato con posta ordinaria (e non con posta raccomandata, la sola che garantirebbe davvero la notifica al destinatario) Tizio doveva pagare euro 100 di tariffa, decorso detto termine di scadenza quella tariffa sarà di minimo 130 euro.
Ma l’atto notificato via ordinaria, può considerarsi idoneo? Inoltre, lo stesso contiene tutte le indicazioni essenziali al fine di poterlo qualificare come atto impositivo, e ciò a garanzia dell’esercizio, da parte del destinatario, del proprio diritto alla difesa? Contiene l’ indicazione della tariffa, della quota fissa e variabile, della superficie considerata, della classe di appartenenza, delle delibere di riferimento, e di tutti gli altri oneri connessi, oltre alle indicazioni previste dall’art.7 della Legge n.212/00?
Altra curiosità. E’ così assodato che dal 2010 le bollette della spazzatura nei confronti dell’utente devono essere emesse dal Comune e non più dal soggetto gestore, cioè dalla Ditta Bianco Igiene Ambientale. Il dubbio è che “Bianco”, visto che gestisce il servizio, emetta una fattura complessiva nei confronti di Palazzo Personè con l’Iva (sempre del 10 per cento) che a quel punto l’ente ricaricherebbe sul contribuente come costo. Se così fosse, il 10 per cento di sconto annunciato andrebbe a farsi benedire e in bolletta non ce ne sarà neanche l’ombra.
Inoltre, se TIA e TARSU, sotto il profilo della struttura, della funzione e della disciplina complessiva della fattispecie dei prelievi, presentano così forti analogie, perché a Nardò l’obbligo di pagamento non è legato solo all’utilizzazione di superfici potenzialmente idonee a produrre rifiuti, ma anche al numero dei componenti del nucleo familiare?
Conclude Giordano GRECO, Addetto Stampa dell’Associazione: “Tutto questo fa molto dubitare sulla buona fede da parte della maggioranza di Palazzo Personè che anche quest’anno si ritrovarà le proprie tasche piene ma graverà ancora una volta su quei cittadini ormai stanchi di una amministrazione fallimentare che a Nardò latita già da 8 anni nel rapporto qualità e cittadinanza.
A nulla sono servite le posizioni contrarie dai banchi dell’opposizione a Palazzo di Città, puntualmente astenuti o contrari nella votazione del tributo killer che rischia di rovinare l’estate a qualche cittadino per bene a causa di un’amministrazione che ha debellato già da tempo dal suo programma la parola BENE COMUNE.
La questione rifiuti rischi quindi di diventare anche per l’estate 2010 il male incurabile di una città come Nardò ormai abbandonata al triste destino di Cenerentola del Salento”.
Avvocatideiconsumatori Nardò
I Responsabili
( Moira EPIFANI e Monica RAHO )
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