La crisi economica degli ultimi tempi lascia immaginare alcune delle situazioni più ricorrenti nelle realtà imprenditoriali italiane, in particolare del Mezzogiorno.

Stuoli di consulenti  che varcano i cancelli delle aziende proponendo possibili rimedi ad imprenditori sempre più demoralizzati, funzionari bancari assediati da richieste finanziarie, direttori del personale alla ricerca dell’uomo giusto al posto giusto.

Le piccole e medie imprese , proprio perché spesso prive di mezzi economici adeguati a sostenere uno sviluppo basato sulle risorse umane, sono condannate a forme di supporto esterno per garantirsi una sopravvivenza. Nuove strategie d’azione e interventi migliorativi di vario genere superano i confini ristretti delle aziende per trovare risposte di indubbia efficacia nelle  figure consulenziali  più diffuse, dal marketing, alla comunicazione, alla finanza. Quelli che nel breve e medio termine possono rivelarsi effetti soddisfacenti in termini di risultati economici, tendono però a  tramutarsi nel corso del tempo in forme di dipendenza esterne che sottraggono al management aziendale la responsabilità della propria crescita, con la conseguenza di ripresentarsi ad ogni nuovo segnale di  crisi con le stesse modalità del passato.

Se si immagina l’azienda come un soggetto vivente capace di crescere imparando dall’esperienza , la consulenza tradizionale dimostra i suoi limiti rispetto ad altre forme più evolute di supporto, delle quali il coaching costituisce un valido esempio.
In ambito aziendale il coaching è una tecnica utilizzata principalmente allo scopo di migliorare le competenze dei propri collaboratori e dipendenti. A prima vista sembrerebbe trattarsi di uno dei tanti interventi formativi finalizzati all’inserimento e alla costruzione di nuove professionalità. Nella realtà dei fatti è uno strumento che dimostra la sua più completa efficacia se utilizzato per lo sviluppo del potenziale umano esistente, cioè sui talenti individuali da affinare nell’ottica del raggiungimento di prestazioni d’eccellenza e quindi di risultati economici tangibili.

La sfida attuale nelle piccole e medie imprese è una questione di prospettiva.
Non si tratta più di agire su situazioni aziendali di tipo patologico. Il coaching non ripara ma migliora, competenze, dinamiche relazionali, processi di gruppo.
Per questo puntare sul coaching vuol dire giocare d’anticipo.

Link ; http://coachingsalento.splinder.com  ;

 marcobarrotta@virgilio.it;

 

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