In un momento in cui i partiti “storici” sono scomparsi, contribuendo a creare le nuove forze politiche che in Italia stanno affermando sempre più una cultura bipolare e dell’alternanza, i movimenti giovanili vivono un periodo di sbandamento. Non sono chiari gli obiettivi e le linee programmatiche dei partiti “maggiori” così come, conseguentemente, quelle dei movimenti giovanili che faticano a riconoscersi in ideali condivisi, nuovi, che superino i vecchi steccati ideologici.
Però, paradossalmente, questa situazione potrebbe rappresentare una chance formidabile da sfruttare, potrebbe essere la situazione giusta per dare nuovo slancio alla politica giovanile e, quindi, alla futura classe dirigente che lì muove i suoi primi passi. Giovani volenterosi, preparati, con tante idee possono prendere in mano la situazione e cercare, nel loro piccolo, di cambiare l’esistente. Ragazzi con ideali forti, chiari e limpidi. Ragazzi che non trascurano l’impegno nello studio e nella preparazione culturale, perché solo questi sono a garanzia di un impegno politico maturo, responsabile ed utile alla comunità. Sviluppare le proprie attitudini e competenze deve essere il nostro primo e fondamentale obiettivo. Già da ragazzi la politica deve essere una passione ed un impegno al tempo stesso, cui dedicare le proprie capacità, al servizio degli altri e non del proprio privato interesse.
I gruppi giovanili devono coltivare perciò l’idea di una politica alta, basata su valori condivisi ed imprescindibili, primo fra tutti la moralità. È necessario confrontarsi, sin da ragazzi con quegli esempi positivi di persone che nella nostra Italia hanno dedicato la vita, sino anche alla morte, a questi ideali. Le cronache degli anni recenti sono piene di questi esempi, dai giornalisti liberi e senza paura come Peppino Impastato, ai giudici che hanno consacrato la loro vita alla giustizia come Falcone e Borsellino, ai politici che non si sono arresi allo strapotere delle mafie, come Fortugno. Questi devono essere gli “eroi” di cui leggere e voler imitare le gesta. Non quanti, al contrario, praticano la politica senza nessun valore vero dentro, senza nessuna idea, tranne quella del tornaconto personale.
La formazione politica è, poi, altro tema scottante. Un gruppo giovanile deve riuscire a coinvolgere gli amici più “pigri” e disinteressati a conoscere ciò che è fondamentale per la vita di ogni cittadino (il funzionamento della democrazia, la costituzione, il parlamento, etc). Deve anche proporre discussioni e dibattiti veri, con la possibilità di confrontarsi sui temi caldi che riguardano tutti (etica, diritti civili, crisi economica); magari coinvolgendo amici che, per passione o per studio, siano più addentro alle diverse problematiche. Per far ciò il movimento politico giovanile deve saper diventare centro di aggregazione dei giovani; deve essere sempre aperto; deve diventare il luogo in cui si va per confrontarsi e chiedere consiglio all’amico più grande, con il quale si possono condividere anche altre passioni ed interessi. La politica fatta dai giovani deve diventare una fucina di idee, nuove, fresche, alte e praticabili che siano la base per proposte concrete da affidare ai politici istituzionali, soprattutto con un occhio di riguardo alla politica locale.
Bisogna svegliarsi ragazzi ed esser padroni di idee forti. Non farsi guidare dal pregiudizio alla nostra età, ma confrontarsi sempre con mente aperta ed autonomia di pensiero, sugli argomenti e sui dati di fatto che devono prevalere sulla realtà onirica e fittizia che ci circonda. Deprime vedere dei giovanissimi che accettano le scorciatoie più avvilenti per “un posto al sole”.
Lottare concretamente bisogna, con coerenza ed impegno, organizzare attività e dare l’esempio in prima persona per le battaglie in cui crediamo veramente. Se, però, anche noi giovani ci abbassiamo alle logiche utilitaristiche che, ormai troppo spesso, incarnano gli adulti, fatte di compromessi e affari privati, la politica vera, quella fatta nell’interesse ed al servizio degli altri, nasce già sconfitta anche a causa nostra.