Presentato Sabato 31 luglio presso la masseria TorreNova a PortoSelvaggio, lo studio Renew-EnerGIS,realizzato da due giovani neretini, Alessandra Giannuzzi e Francesco Bonsegna, con il sostegno del CREAR – Centro di Ricerca sulle Energie Rinnovabili dell’ Università di Firenze. Il progetto è stato introdotto dal ViceSindaco del Comune di Nardò, Carlo Falangone, e illustrato dai progettisti e da ricercatori del CNR e dell’ Università di Firenze.
Renew-EnerGIS, vincitore del bando 2008 ”Principi Attivi” della Regione Puglia – Assessorato alle Politiche Giovanili, è nato per sfruttare i residui dell’agricoltura in Salento, in particolare potature di olivo e di vite. I residui legnosi sono un ingombro da smaltire e la parte che non può essere venduta o interrata in campo viene spesso bruciata all’ aperto, con seri danni all’ambiente e alla salute, oltre a concreti rischi di incendi: Renew – EnerGIS promuove un recupero energetico sostenibile dei residui legnosi agricoli, nel rispetto dell’ambiente e del territorio.
Il Renew-EnerGIS si propone di fornire una panoramica sulle possibili filiere di produzione di energia da residui agricoli in Salento, alla luce delle potenzialità del territorio, delle tecnologie disponibili per l’approvvigionamento e l’utilizzo energetico, delle condizioni di mercato per la commercializzazione di tali risorse e degli incentivi disponibili per la loro valorizzazione energetica.
Il progetto si pone come uno studio sistematico dei dati riguardanti la situazione odierna della biomassa nel territorio salentino, atto a fornire prime concrete indicazioni sulle zone a maggiore vocazione agro-energetica. Questa analisi mette a disposizione un primo concreto strumento di orientamento delle scelte dei decisori politici e delle imprese interessate, agricole ed industriali, in grado di incrociare gli strumenti di pianificazione territoriale ed i relativi investimenti, anche infrastrutturali, di derivazione comunitaria, nazionale e regionale. Il territorio pugliese e salentino è ad altissima vocazione agricola e le biomasse rappresentano una delle opzioni più concrete in termini di potenziale energetico e di sviluppo tecnologico, oltre a sostenere e rilanciare le attività agricole come importante tassello dell’economia locale ed elemento prioritario di conservazione del territorio.
L’obiettivo, in termini di metodologia di studio, è quello di analizzare le potenzialità di biomassa, con riferimento a residui agricoli, fornendo una distribuzione sul territorio delle tipologie e quantità di biomasse, attraverso l’utilizzo dei “sistemi informativi geografici (GIS)”: in pratica una serie di strumenti tecnici, come software e mappe satellitari e non del territorio, che ci permettono di operare il monitoraggio su” cosa c’è e cosa non c’è” realmente a disposizione sul territorio.
Un report dettagliato dello studio sarà lo strumento concreto consultabile e fruibile da tutti i soggetti coinvolti nel settore. Il lavoro si propone di fornire una panoramica sulle possibili filiere di produzione di energia da residui agricoli nel territorio preso in esame. Quello che attualmente si fa con gli scarti delle potature e della manutenzione dei campi, negli sterminati uliveti e vigneti salentini, è per lo più un interramento dei residui o una bruciatura in campo, all’aria aperta, con conseguente immissione in atmosfera di fumi e ceneri non filtrate (non molto diversi dai fumi che escono dai comignoli delle città). Non è affatto astruso pensare di usare questa forma di energia che non manca e che paradossalmente non si sa come smaltire, per produrne altra, elettrica o calore, in modo da combinare due vantaggi in uno.
Concretamente questo si realizza costruendo dei piccoli/medi impianti di produzione di energia che utilizzano questo combustibile in sostituzione dei combustibili fossili comunemente usati, con il vantaggio della ripulitura di quello che viene immesso in atmosfera. A differenza del petrolio, la biomassa è “rinnovabile” nei tempi scala della vita di un singolo uomo: se si trasformano delle piante (in questo caso solo degli scarti) in energia e anidride carbonica, altre piante intorno riassorbiranno quella stessa anidride carbonica e diventeranno a loro volta (e a loro tempo) energia, in un ciclo sostenibile per l’ambiente ma anche per l’economia locale poiché prevede il recupero di materiale di scarto.
Renew-EnerGIS non si propone assolutamente di essere esaustivo, ma di rappresentare piuttosto una base di partenza per un approccio integrato e sinergico al settore della bioenergia e delle “filiere agro-energetiche”, base di sviluppo del territorio nel massimo rispetto delle sue tradizioni, specificità e vocazioni.
Nel panorama energetico nazionale le bioenergie stanno assumendo un ruolo molto rilevante e si pongono come una sfida di innovazione sostenibile (se applicate in maniera appropriata) a cui nessuno può sottrarsi, soprattutto nella consapevolezza delle potenzialità del territorio pugliese e salentino.
Lo svolgimento del progetto è stato possibile anche grazie al partenariato del Centro di Ricerca sulle Energie Rinnovabili (CREAR) dell’Università di Firenze.
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