L’arrivo a sostegno dell’amministrazione in materia di consulenza ambientale e specificatamente per la gestione del parco naturale di Porto Selvaggio

 è stata senza dubbio una mossa di scacchi prevedibile, ma pur tuttavia apprezzabile, di cui si è avuta ufficiale manifestazione pubblica durante la Conferenza presso la Masseria Torrenova il 16 luglio u.s.  Oggetto dell’incontro l’organizzazione e lo sviluppo di Porto Selvaggio: due parolone che non possono non innestarsi nel più ampio quadro del Sistema Turistico Locale neritino.

 Una direzione d’intenti che più volte, questa e le più recenti passate amministrazioni, hanno tentato di intraprendere con scarsi macro-risultati sia qualitativi che quantitativi. Una riprova il fatto di aver in 3 anni guadagnato più di 15 vele senza un adeguato riscontro in termini di servizi o prodotti, o (ahimè) eventi che abbiano dignitosamente portato alla ribalta la nostra città.
 Per l’ennesima volta, in un’intervista degli “abitanti di Palazzo” (ex.ndr) si è sentito parlare pateticamente di basolati completati, di centro storico riaperto e di 3 direttrici per lo sviluppo del Parco: maggiore fruibilità, destagionalizzazione delle iniziative, finanziamenti pubblici.

Ad onor del vero una dizione più corretta e un po’ meno di scirocco avrebbero offerto maggior lustro alle parole pronunciate dai nostri illustri rappresentanti, magari supportati da un minimo di attrezzatura tecnica (microfoni? amplificazione? luci?): signori, è pur sempre un intervista pubblica!

 E poi non ci poteva essere peggior esordio del vice-sindaco(ex.ndr): nessuno mai si sognerebbe di iniziare un intervento dicendo: “Non ho da dire granchè!”;  la domanda sorgerebbe spontanea: “Che ci stai a fare allora seduto lì?”. Comunque (bando alle ciance), in fondo alle 3 direttrici menzionate, si è sentito parlare di migliaia di euro che pioveranno presto da queste parti: 350 mila per la masseria suddetta, 150 mila per la Palude del Capitano ed il Parco e udite udite 850 mila per l’area archeologica di Uluzzu: la speranza è che vengano spesi tutti e bene senza “buchi” e senza fare e rifare, una prassi di recente!
Magari un organo di controllo sarebbe auspicabile; in fondo le nostre strade non sarebbero così dissestate se qualcuno avesse avuto anche solo un occhio aperto durante i lavori del metano. Anche per il Parco necessiterebbe che qualche “ispettore” affiancasse azioni e strategie elencate da consulenti e collaboratori al fine di accertarsi che al dire corrisponda il fare (e bene).
Perché gli obiettivi dichiarati sono tanti e tutti importanti: conservare il patrimonio naturale, migliorarlo e svilupparlo dotandolo di parcheggi, accessi agevolati, punti di ristoro, strumenti di sicurezza e salvaguardia. Un vero e proprio piano di gestione come strumento programmatico, che paradossalmente contrappone il primo dei consulenti ambientali della storia del nostro comune, con l’ultimo degno tentativo di tenere sulla cresta dell’onda il parco naturale più bello del Sud.

 Ecco perché vogliamo rivolgere un onesto e sincero in bocca al lupo al Dott. Marzano ricordandogli che i parchi un po’ come le aziende hanno anch’essi tra i propri obiettivi la sostenibilità economica, oltre che ambientale, paesaggistica e floro-faunistica.
Parlare, infatti, di “marketing dei parchi naturali” è arduo in termini di management vuoi per le continue riduzioni di finanziamenti pubblici, ma anche per la carenza di specifiche professionalità che si occupano di gestione delle aree naturali protette, spesso essenzialmente con curriculum di tipo scientifico o giuridico.
 Ecco allora che un buon team (e non un solo soggetto) con profili tecnici e scientifici differenziati potrebbe essere una soluzione più appropriata: personalità disomogenee per una realtà disomogenea qual è il parco.

Dal mio punto di vista, se da un lato non si può negare che i parchi abbiano delle oggettive peculiarità, commercialmente difficili da gestire, dall’altro lato è evidente la necessità di un orientamento alla “clientela” fruitrice attuale e potenziale di un parco: pena la sopravvivenza del parco stesso e di tutti i progetti (di buona volontà) ad esso correlati.

Allora per non banalizzare tutti gli sforzi e le intenzioni di questo 2010 occorrerebbe rispondere, già da domani, a 6 domande fondamentali in ottica marketing:

1) COSA VENDE UN PARCO?
2) CHI SONO I CLIENTI?
3) QUANTO FAR PAGARE I SERVIZI?
4) COME COMUNICARE L’OFFERTA?
5) COME IMPOSTARE UN PIANO DI MARKETING?
6) COME ATTUARLO?

In un periodo di crisi e di conseguente riduzione dei finanziamenti pubblici per l’ambiente le numerose aree naturali protette sul territorio italiano saranno chiamate ad adottare strategie di marketing sempre più articolate e capaci di attirare e gestire nel modo più rispettoso, efficace e redditizio i visitatori.

Ce la farà Nardò, all’inizio di questo millennio, a dotarsi di strumenti, uomini e mezzi adeguati e soprattutto di portare a termine tutti (o almeno qualcuno) i progetti di valorizzazione del nostro Parco di Porto Selvaggio?
…Oops, scusate: questa è la settima domanda fondamentale, ma giuro che non era stata prevista. Attendiamo risposte alle altre sei da chi di competenza.
Buon Parco a tutti!

 

link: http://vimeo.com/13389298 il video della conferenza stampa del 16 luglio 2010

Loraweb_CStampa_Portoselvaggio_160710 from loraweb on Vimeo.

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