Si può modificare la Costituzione che «non è un dogma», «adattandola» ai tempi e a un ammodernamento dello Stato. 

Tanto che il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, «da capo dello Stato non esitò a picconarla». Parola di Silvio Berlusconi che, coglie l’occasione di un messaggio letto nell’aula di Palazzo Madama durante la commemorazione del senatore a vita, scomparso il 17 agosto, per puntellare alcuni tasselli. E per ribadire, innanzitutto, di essere entrato in politica «per difendere la libertà minacciata da forze illiberali». Per Cossiga, ha proseguito il premier, «ora e sempre ci sarà un posto nel pantheon di tutti i liberali e i democratici, di tutti gli uomini di buona volontà che si sono battuti per la verità e libertà».

La cerimonia per ricordare Francesco Cossiga si era aperta stamane con un minuto di silenzio chiesto dal presidente del Senato, Renato Schifani, per i caduti italiani in Afghanistan. Accanto a lui, il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente della Camera, Gianfranco Fini.«Per l’uomo moderno, Cossiga – ha esordito Schifani – invocava una Italia moderna e civile, una Repubblica comunità vera di uomini liberi ed eguali, una patria luogo e sentimento comune dei cittadini, uno Stato democratico e fondante il diritto e garante di esso, forte del reale consenso dei cittadini, una società politica pervasa di valori e programmi e scuola di servizio e di responsabilità, una comunità civile luogo di ricerca e vita della verità, del bello e del giusto». Cossiga, ha aggiunto Schifani, «rappresenta il testimone, il protagonista, l’interprete delle istituzioni e della politica dell’Italia “unita e ritrovata” », nonché il difensore «della democrazia rappresentativa».

Sul banco del presidente emerito un fascio di rose rosse. «Forse ho imparato allora il valore del dialogo serio e costruttivo – ha detto il sottosegretario Gianni Letta -. Due sole parole per un ricordo di Cossiga. Con lui ho avuto un rapporto antico, assiduo, tempestoso ma nessuna tempesta lo ha mai spezzato, vero Giuseppe?», ha aggiunto rivolto al sottosegretario alla Difesa, figlio del presidente emerito, che siede in tribuna con la sorella Annamaria. Per il finiano Pasquale Viespoli, Cossiga fu «sismografo» del sistema politico. «Credo – ha aggiunto il capogruppo di Fli al Senato – che debba essere ricordato per il suo senso dello Stato, per la richiesta ancora inevasa di riforme istituzionali. Dobbiamo cercare di tornare a fare politica per i valori, come Cossiga ci ha mostrato».

 Anche l’opposizione ha reso omaggio al senatore a vita. «Cossiga era un uomo di Stato e di fede – ha sottolineato Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori democratici – ma era anche una persona vera, ricca di humour, immerso nella vita, curioso di tutto». Mentre il numero uno di Alleanza per l’Italia, Francesco Rutelli, ha posto l’accento «sull’unica definizione che giudico compiuta e in qualche modo autorizzata di Cossiga, quella di cattolico liberale. Era un uomo che non ha certo disdegnato il potere, ma che prima della difesa del potere ha messo la passione per l’espressione delle idee». (Ce. Do.)

 

Fonte:ILSole24Ore

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