Sabato scorso 6 novembre, nel Chiostro di S.Antonio in Nardò, si è svolta l’annunciata conferenza pubblica sulle sorti del nostro ospedale, dal titolo provocatorio “La morte annunciata dell’Ospedale di Nardò. Difendiamo il diritto alla salute”.
La manifestazione, organizzata dal Comitato per la Salute Civica Spes Civium, ha nuovamente visto la massiccia e sentita partecipazione di numerosi cittadini che, riempiendo l’intera sala, hanno dimostrato grande volontà di difendere i leciti e giusti diritti della città.
Durante la conferenza, il dr. Marcello Gaballo ha tracciato la storia antica dell’Ospedale di Nardò, dalle origini risalenti al XIV secolo sino alla costituzione e successiva scomparsa dell’ingente lascito perpetuo della nobile famiglia Sambiasi a favore dello stesso Ospedale. Tale lascito ammonterebbe oggi a svariati milioni di euro e comprenderebbe molti beni immobili, tuttora ben identificabili.
Successivamente, il dr. Roberto Filograna ha tracciato la storia recente dell’ospedale dal 2003 (Piano Sanitario Regionale “Fitto”) all’attuale Piano di Riordino Ospedaliero della Giunta Vendola che ha ulteriormente mortificato l’Ospedale di Nardò, depotenziandolo e preparandolo alla successiva chiusura con grave danno di tutta la popolazione del territorio, la più numerosa dopo quella del capoluogo di provincia. Tutto ciò in direzione opposta al ventilato Piano PAL del 2008 (della stessa Giunta) che prevedeva di riattivare nell’Ospedale di Nardò le specialità di base (Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia, Ortopedia e Medicina) e producendo una progressiva perdita di autonomia dei reparti chirurgici ospedalieri (a favore di quelli dell’Osp. di Copertino), costantemente menomati nei servizi e nel personale.
Infine, l’ing. Francesco Antico ha esposto in maniera chiara e comprensibile una proposta di riordino Ospedaliero della ASL che mira a mantenere e potenziare solo 5 poli chirurgici, quelli più antichi (Lecce, Nardò, Casarano, Maglie e Tricase) e rispondenti ai criteri essenziali imperniati sulla demografia, sulla collocazione geografica, sulla equidistanza tra loro e sui collegamenti stradali.
L’analisi del riordino, compiuta dal Comitato Civico, ha dimostrato che è assolutamente inutile ed antieconomico costruire un nuovo ospedale in contrada S. Barbara nel Comune di Galatina, in sostituzione dei tre ospedali di Galatina, Copertino e Nardò, perché il recupero e l’ampliamento dell’Ospedale S. Giuseppe – Sambiasi di Nardò risulta possibile, più economico e può portare fino a circa 400 posti letto con una minima spesa.
Alla conferenza è seguito un vivace dibattito a cui ha anche preso parte il noto giudice Angelo Sodo, che in qualità di Condirettore e Docente di Diritto Sanitario presso l’Università di Bari, ha ribadito essere antigiuridica la chiusura dell’Ospedale di Nardò. Ha anche sottolineato la necessità di riportare tutte le istanze della cittadinanza di Nardò a difesa del proprio Ospedale all’attenzione del Ministro della Salute, Ferruccio Fazio.
E’ intervenuto poi il dr. Michele Onorato in rappresentanza dei farmacisti di Nardò, il quale ha testimoniato la solidarietà della categoria all’azione benemerita svolta del Comitato Spes Civium ed ha, inoltre, annunciato che i farmacisti di Nardò prendono in seria considerazione di costituirsi parte civile nell’eventualità di un procedimento giudiziario avviato dalla magistratura, a seguito dell’esposto presentato dallo stesso Comitato.
Il Comitato Spes Civium fa appello a tutte le Associazioni, categorie professionali, rappresentanze, movimenti politici di qualunque colore e ai cittadini tutti, per ricreare una novella condizione di coscienza e partecipazione civica condivisa, tesa a difendere sempre e comunque il diritto alla salute dei cittadini di Nardò, attraverso il mantenimento e il potenziamento di servizi del proprio Ospedale.
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