L’Osservatorio sulla città di Nardò è nato per riattivare quella, sopita, coscienza civica, avendo come obiettivo la promozione della conoscenza delle trasformazioni in corso e per avvicinare i cittadini alle sedi delle decisioni pubbliche che riguardano direttamente il loro destino comune.

 L’aspetto conoscitivo e prettamente ‘culturale’ che l’Osservatorio sulla città, riconosce come vero e proprio “ecosistema”, cerca di aprire spazi alternativi di relazione sul territorio, proponendo luoghi d’incontro diversificati e ricercando strumenti importanti per l’educazione alla bellezza del territorio. Pertanto si ritiene che la collaborazione di tutti e la condivisione degli spazi possa sostenere il moltiplicarsi delle problematiche nella nostra città.

 Il vero handicap si trova nelle dichiarate numerose associazioni culturali rispetto alla realtà delle iniziative sul territorio. L’idea di dover pagare l’affitto delle sedi selezionerà le associazioni che dovranno assolutamente trovare anche motivi di sostentamento e quindi sarebbero, in questo caso, obbligate a proporre e creare iniziative culturali, ludiche, teatrali, rappresentative, ecc…

Oppure come l’ “Osservatorio sulla città”, ha da tempo indicato, infatti, potrebbe essere fondamentale, come condizione (approvata da apposita delibera) anche l’uso, solo delle ‘prime stanze’ o ‘stanze di entrata’ a disposizione, nei numerosi circoli, per esempio di piazza Salandra, da adibire a possibili spazi usufruibili da giovani cittadini per riunirsi o da associazioni culturali. Ciò produrrebbe ambiti di confronto alternativi e una nuova dialettica urbana tra grandi contenitori ancora limitatamente utilizzati.

 Di fronte alla complessità delle problematiche finanziaria del nostro comune, dobbiamo far fronte comune condividendo, collaborando, cooperando e perché no, Ibridando questi spazi. In quanto ne  usufruirebbero tutti coloro che per diversi motivi avessero voglia e passione di far rivivere le piazze. Naturalmente, l’esperienza dei diversi iscritti ai circoli consentirebbe un dialogo continuo con i giovani che in questi spazi o in queste sedi, dovrebbero far emergere idee e iniziative per riattivare sinergie e collaborazioni anche consigliati dai saggi vecchietti di Nardò.

 La collaborazione, perciò, può nascere da quello che è diventato per l’ “Osservatorio sulla città”, un motivo di persistente, concreta azione di recupero del rapporto sociale, tra  generazioni. E allora mostre, riunioni, serate a tema, giochi e magari, spazi da aprire in caso di sagre in piazza o feste all’esterno, spettacoli recite coinvolgendo i nostri anziani o anche seguendo qualche partita a carte o di calcio su qualche schermo, tra nonni e nipoti.

 E’ possibile dunque immaginare sperimentare e realizzare una città diversa? Per l’ “Osservatorio sulla città”, è possibile e sarebbe tremendamente facile; diventa solo una questione di volontà e responsabilità diretta dell’associazionismo, ma quello vero!

Paolo Marzano
responsabile dell’ “Osservatorio sulla città” – Nardò (Le)

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