Il Tribunale di Roma ha convalidato gli arresti e poi valutando caso per caso, ha rilasciato 22 degli imputati e disposto per uno gli arresti domiciliari: la decisione scatena subito la polemica politica e un botta e risposta tra il sindaco della capitale, Gianni Alemanno, e l’Amn.
«Sono costretto a protestare a nome della città di Roma contro le decisioni assunte dalle sezioni II e V del Tribunale di Roma di rimettere in libertà in attesa di giudizio quasi tutti gli imputati degli incidenti di martedì scorso», dice subito Alemanno in una nota, esprimendo «una profonda sensazione di ingiustizia di fronte a queste decisioni perchè i danni provocati alla città e la gravità degli scontri richiedono ben altra fermezza nel giudizio della magistratura sui presunti responsabili di questi reati».
«Non è minimizzando la gravità di questi fatti – aggiunge Alemanno – che si dà il giusto segnale per contrastare il diffondersi della violenza politica nella nostra città mentre è evidente che queste persone hanno dimostrato di essere soggetti pericolosi per la collettività».
Immediata la risposta di Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati: «Non possiamo che ribadire che è legittima la critica ai provvedimenti dei magistrati, ma non lo sono gli insulti nei confronti dei giudici e dell’istituzione nel suo complesso». Sarà poi Alemanno a precisare di non essersi mai «sognato di insultare la magistratura che, al di là di decisioni criticabili di alcuni suoi componenti, ha tutto il mio rispetto sia come istituzione sia come persone che la compongono. La mia protesta contro la decisione dei giudici che hanno scarcerato i presunti responsabili degli scontri di martedì è solo una critica rispettosa della istituzione e priva di ogni volontà di offendere i magistrati».
Ma la polemica è ormai accesa e ad intervenire è anche il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano. «Ma in che cosa consistono per il presidente dell’Anm – chiede Mantovano – gli insulti che il sindaco di Roma avrebbe rivolto alla magistratura per la scarcerazione di 22 dei 23 arrestati per le violenze di due giorni fa? Alemanno ha parlato di profonda sensazione di ingiustizia: Palamara ritiene che la decisione di liberare chi ha messo a ferro e fuoco la Capitale sia espressione di un profondo esercizio di giustizia?».
Lapidario Roberto Giachetti, del Partito Democratico, «Alemanno faccia il sindaco come si aspettano da lui i cittadini, anzichè‚ commentare decisioni della magistratura».
In tribunale, nel frattempo, non sono mancati momenti di forte tensione. In una cittadella giudiziaria blindata già dalle prime ore del mattino, erano tanti gli amici e «sostenitori» dei ragazzi arrestati. Al termine di una delle udienza di convalida, nei corridoi al primo piano della palazzina A, si è rischiato il tafferuglio quando una ragazza, amica di uno dei fermati, ha tentato di forzare il cordone che le forze dell’ordine avevano creato per consentire il passaggio degli arrestati.
Nelle prossime ore comparirà davanti al gip del tribunale dei minorenni per la conferma del fermo il minorenne ripreso in alcuni video mentre impugna un manganello e delle manette. Il giovane è anche lui figlio di un esponente di Autonomia Operaia ed è accusato di rapina per il materiale sottratto ad un finanziere aggredito da un gruppo di manifestanti in via del Corso.
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Fonte: www.lastampa.it