Ciò che accade ha sempre una paternità, un retroterra!. Nulla è affidato al caso ma tutto ha un’origine e quindi anche una finalità. Prendiamo in esame ciò che una testata online afferma a proposito del PDL di Nardò.
Giustamente il cronista, nel suo articolo, ha osservato che il PDL a Nardò è maggioritario nell’opinione pubblica tanto da ricevere moltissimi voti nelle elezioni nazionali e minoritario fino a non superare da parecchi anni la soglia dei 1.500 voti alle provinciali. Come si spiega tale fenomeno? E’ una maledizione, una sfiga o un sottile raggiro politico? I forestieri sono molto bravi o i neretini sono poco intelligenti? Qual è la verità e a chi giova? Vediamo di dare un’interpretazione e una ragionevole risposta a questi interrogativi.. In passato l’elettorato maggioritario veniva premiato con incarichi amministrativi o politici, con riconoscimenti vari o col far rivestire ruoli significativi. I deputati, i regionali, i provinciali, non neretini, a turno o in determinate circostanze, circolavano per la Città rinverdendo le loro amicizie con l’elettorato e partecipando così alle varie problematiche cittadine e civiche.
Chi non ricorda il compianto Avv. Leuzzi, leader indiscusso della DC neretina, che dall’altezza della Presidenza dell’EAAP riusciva a ad ottenere interventi fattivi per la Città e assunzioni per tanti cittadini ?
Il popolo può dimenticare il Prof. Tarricone, il suo modo di fare, le sue rivendicazioni, il prestigio delle sue scelte e i suoi interventi a favore dei cittadini, del Gerontocomio e della salvaguardia di Porto selvaggio?
Nel mentre si deve a loro tanta crescita economica ed occupazionale agli stessi però non è seguita la possibilità di far crescere una classe dirigente capace di sostituirli sull’onda della continuità.
La verità è che gli eredi, nel loro alternarsi, non sono stati all’altezza dei propositi e del destino meraviglioso al quale erano chiamati.
L’errore forse è stato quello di guardare nella stretta prateria, ridotta e riservata a chi era più strettamente vicino e mai a chi era loro lontano.
Questi miracolati vice- leader, a loro volta , anziché spiccare voli d’alto rango si sono più preoccupati di rinsaldare le opportune amicizie personali protettive, in un insano giro tortuoso di aumento della propria visibilità e del proprio potere personale, trascurando il lavoro di squadra, il nesso con i propri elettori, la coesione nel nome degli obbiettivi di bene comune.
Esempi sono nella memoria di tutti, le divisioni fra partiti, gruppi e persone sono state sempre particolareggiate fino a giungere alla situazione odierna aggravata da improvvisazione, saccenza, poco rispetto della persona e delle regole di bon ton civile.
Nessuna meraviglia se oggi il PDL, ma anche il PD, il SEL, gli ex Popolari, in buona sostanza si ritrovano disuniti, conflittuali, propensivi a creare piccoli gruppi redditizi sul piano elettorale.
Il dibattito fra loro non esiste, il confronto sparito, i problemi del popolo delegati a chi non li rappresenta più, il territorio è abbandonato, l’economia va a rotoli anche per la congiuntura internazionale, la disoccupazione sempre più crescente.
Ma il PDL, maggioritario nel Paese perché non decolla localmente amministrativamente?
Non certamente per colpa dei neretini, che possono sempre trovare un accomodamento, né per le gelosie o bramosie (nulla vi è da gestire in questa situazione squallida in cui versa il Comune dii Nardò se non un aumento delle tasse al massimo) fra i vari contendenti, quanto invece per la paura di perdere la propria visibilità e l’amicizia del leader esterno alla città.
E se qualche aggregazione nasce, immediati sono gli interventi esterni per creare nuove divisioni, malcontenti e inimicizie (la prova: elezioni provinciali).
Nardò la vogliono così: divisa, in lotta, in fiamme, raggirata con false promesse, perché così è più facile prendere voti in questa immensa prateria di circa 26.000 votanti senza offrire premi e riconoscimenti.
Nardò non sta a cuore a nessuno diversamente tutto il PDL, con i suoi rappresentanti provinciali, regionali e ministeriali si sarebbe scatenato sulla Città ascoltando, promettendo, operando, premiando e dimostrando il loro interesse vero e il loro amore per la Città.
Abbiamo accertato nel loro animo non curanza, oblio e a volte avversione per mancati voti, per fini non commendevoli, per cause sbagliate, per provvedimenti impopolari non recepiti.
Il pallino del PDL, come quello del PD, sta nelle mani della gerarchia esposta a livello nazionale, che deve smettere di giocare sulla testa di tanti elettori, intervenire all’unisono per ricreare coesione, unità, rispetto per la dirigenza locale, premio per i risultati, condivisione e sostegno delle proposte.
Il resto è noia che può tranquillamente rientrare per un cammino di attenzione e formazione attraverso i quali far maturare e venir fuori veri e reali leader democratici.
La riscossa sta nella neretinità dei cittadini e solo da loro può venire risveglio e rinascita.
Ad mayora.
Nardò, li 20 dicembre 2010
PERO’ Giovanni – CALABRESE Salvatore – PRESICCE Alessandra