Per ora funziona. Sembra un buon momento quello attuale per la corrente di Nuovocorso per Nardò, che ha deciso di cavalcare la cresta dell’onda affrontando con costanza e premura temi caldi ed attuali per stilare le strategie da adottare per rilanciare Nardò in vista delle prossime elezioni comunali.
Lunedì sera 20 dicembre, nella sede di via Duomo si è tenuto un incontro preliminare, diciamo “per tastare il polso” a quelli che sono gli attori della scena territoriale sotto il profilo turistico per Nardò e marine.
Consiglieri, esponenti di partito, operatori commerciali, stampa e tecnici si sono ritrovati in una tavola rotonda per esporre le proprie impressioni critiche sul turismo nostrano, evidenziandone punti di forza e debolezza, opportunità e minacce del settore, e analizzando senza pretese risolutorie quello che era, è e potrebbe essere questa risorsa per la nostra città dal 2011 in poi.
Ovviamente in un clima ormai natalizio potrebbe essere semplice lanciare dei proclami e/o esagerate linee programmatiche; piuttosto come dice la stessa parola “Officina” del programma è stata un’occasione per prendere spunto e appunti, per ascoltare un po’ la voce del territorio, i pareri dei tecnici, le impressioni di semplici cittadini a cui sta a cuore il tema del turismo. Cosa ne è venuto fuori? Che bisogna conoscere ed ascoltare il territorio, sapere chi e come ci vive, informarsi e studiare i fenomeni, gli eventi, la gente che ospitiamo, migliorare la qualità dei servizi, ottimizzare le risorse, programmare, organizzare e coordinare le forze agenti, comunicare e promuovere insomma, in una parola fare Marketing, sistema e sinergia!
Infatti, come temuto è venuto fuori un vero e proprio buco nelle potenzialità di questa città: quello di non avere una piano di marketing territoriale, ossia uno studio che abbia per definizione analisi, strategie, programmi e progetti aventi per scopo lo sviluppo del territorio nel lungo periodo.
Metaforicamente è come aver costruito una casa su 3 pilastri: regge, ma non per molto. E per una città che si autoproclama a vocazione turistica è un autentico paradosso.
Cosa fare allora? Tanto. Solo questo si può dire. Fare e farne tanto di tutto ciò che può servire a rilanciare un luogo che ha potenzialità da vendere sotto ogni profilo.
Ma siamo solo all’inizio e nel vento le parole si perdono da anni ormai: staremo a vedere.
La sfida è lanciata: che l’Officina abbia inizio!
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