Con il voto di fiducia alla Camera si conclude l’iter parlamentare del decreto legislativo sul federalismo municipale. Domani il Consiglio dei Ministri dovrebbe dare l’ok definitivo al provvedimento che sara’ poi trasmesso al Quirinale per l’emanazione.
Il fisco municipale, che sostituisce circa 11 miliardi di trasferimenti, entra il vigore da quest’anno (a regime nel 2014) ma non mancano i dubbi e gli aspetti poco chiari con cui avranno a che fare i sindaci per far quadrare i bilanci.
Parte subito la devoluzione ai Comuni della fiscalita’ immobiliare ma ancora da capire e’ il funzionamento e la ripartizione del fondo sperimentale di riequilibrio che si alimenta con queste imposte. Il decreto rinvia ad un successivo decreto del ministero dell’Interno di concerto con l’Economia, ma intanto ciascuna amministrazione non conosce l’entita’ di risorse a disposizione.
Non mancano dubbi sulle modalita’ applicative della cedolare secca sugli affitti, che anch’essa parte dal 2011. I proprietari dell’immobile hanno la facolta’ di scegliere se rimanere con il vecchio sistema o passare alla cedolare ma non viene specificato come e quando l’opzione deve essere esercitata. Anche in questo caso si rinvia ad un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate da emanare entro 90 giorni che dovra’ anche stabilire le modalita’ di versamento dell’acconto 2011 e 2012 e del saldo.
Poco chiara e’ anche l’applicazione della tassa di soggiorno che i Comuni possono decidere di applicare fino a 5 euro a notte. Sara’ un regolamento da adottare entro 60 giorni a stabilire la disciplina attuativa e dopo i singoli Comuni dovranno adottare propri regolamenti. Rinvio ad un successivo regolamento anche per la revisione della tassa di scopo.
FISCALITA’ IMMOBILIARE E FONDO DI RIEQUILIBRIO – E’ il primo effetto del federalismo municipale in attesa che il sistema vada a regime nel 2014. Da quest’anno sono attribuite ai Comuni la cedolare secca, in misura del 21,7% e il 30% dell’imposta di registro e di bollo, delle imposte ipotecarie e catastali. Il gettito confluisce nel fondo sperimentale di riequilibrio che e’ in vigore per tre anni e comunque fino all’entrata in vigore del fondo perequativo previsto nella delega. Per il funzionamento del fondo e la sua ripartizione si rinvia ad un decreto del ministero dell’interno di concerto con l’economia.
COMPARTECIPAZIONE ALL’IVA – Ai Comuni e’ attribuita una compartecipazione del 2% al gettito Iva. In sede di prima applicazione e in attesa della determinazione del gettito iva ripartito per Comune, l’assegnazione del gettito avviene sulla base del gettito iva per provincia suddiviso per il numero degli abitanti di ciascun comune.
CEDOLARE SECCA – Si applica a partire dal 2011. I proprietari di immobili affittati possono scegliere di restare con l’attuale regime Irpef o la cedolare con aliquota del 21% per i canoni liberi. Per i canoni concordati scende al 19%. I proprietari che scelgono la cedolare rinunciano ad applicare aumenti previsti nel contratto a qualsiasi titolo, compreso l’adeguamento all’indice Istat. Gli inquilini devono essere avvertiti della scelta con lettera raccomandata. La cedolare secca sostiuisce anche le imposte di registro e di bollo sulle risoluzioni o le proroghe del contratto di locazione.
IMU – Parte dal 2014, si applica su tutti gli immobili esclusa la prima casa. Prende il posto dell’Ici, dell’irpef sugli immobili e relative addizionali. L’aliquota base e’ dello 0,76% ma i Comuni possono determinare aumenti o diminuzioni sino allo 0,3%. Nel caso di immobili locati l’aliquota di base viene dimezzata.
IMU SECONDARIA – Anch’essa parte dal 2014 e sostituisce la tassa per l’occupazione di spazi pubblici, il canone di occupazione di spazi pubblici, l’imposta comunale sulla pubblicita’.
ADDIZIONALE IRPEF – Vengono sbloccate. I Comuni che attualmente hanno un’addizionale non superiore allo 0,4% possono istituirla o aumentarla fino a quella soglia. In ogni caso non puo’ essere aumentata per piu’ dello 0,2% l’anno. Lo sblocco parte dall’anno di imposta 2010 se le relative delibere vengono approvate entro il 31 marzo 2011.
IMPOSTA DI SOGGIONO – I Comuni capoluogo di provincia, le unioni di Comuni e i Comuni turistici possono istuire una tassa di soggiorno fino ad un massimo di 5 euro a notte. Il gettito va a finanziare interventi nel settore del turimo, comprese le strutture ricettive, interventi di manutenzione dei beni culturali ed anche i relativi servizi pubblici locali.
IMPOSTA DI SCOPO – Viene ampliata. Potra’ essere istituita dai Comuni per finanziare un range piu’ ampio di opere pubbliche e puo’ finanziare l’intero ammontare della spesa per l’opera.
PIU’ CONTROLLI AI COMUNI – I Comuni sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nella lotta all’evasione fiscale. E i sindaci sono incentivati farlo perche’ ai municipi viene assegnato tutto maggior gettito derivante dall’accatastamento degli immobili fantasma e il 50% (anziche’ il 30% come e’ attualmente) del maggior gettito derivante da accertamenti fiscali.
SANZIONI – A decorrere dal primo aprile 2011 le sanzioni previste per inadempimento degli obblighi di dichiarazione delle variazioni di consistenza o di destinazione sono quadruplicati. Il 75% delle sanzioni e’ devoluto al Comune di ubicazione dell’immobile interessato.