Dopo aver perso gradualmente ed inesorabilmente la fiducia nel futuro, le nuove generazioni della nostra Città rischiano di perdere anche le testimonianze  vive del  suo fulgido passato e le vestigia della loro identità culturale, che meriterebbero, al contrario, di essere gelosamente conservate e  tutelate, perché non si può interpretare il presente, né tanto meno  programmare il futuro senza una conoscenza adeguata del proprio passato.

 Eppure l’attuale nostro governo cittadino, forse al fine di fornire esempi di sana, attenta, razionale amministrazione delle risorse comunali, ha intimato lo sfratto al Museo della Civiltà Contadina e  delle Tradizioni Popolari, che occupa attualmente  i locali della vecchia Scuola Agraria, ristrutturata ed adeguata alla bisogna, grazie all’entusiasmo, alla passione e ai sacrifici di tanti giovani, che vi hanno profuso il meglio delle loro risorse intellettuali e materiali.
 Questa decisione che ci appare quanto mai discutibile per innumerevoli motivi di diversa natura, che ci sembra  inopportuno ricordare e commentare, rischia di decretare di fatto il ridimensionamento, la mortificazione, quasi l’oltraggio di una delle poche iniziative culturali,  che,  adeguatamente sostenuta, potrebbe costituire  un’importante  occasione di sviluppo e di crescita  non solo culturale della nostra Città.
 Il Museo, infatti, oltre ad essere  il santuario delle nostre  tradizioni culturali, ove fosse opportunamente pubblicizzato, anche grazie alla sua attuale, felice ubicazione logistica, che lo rende facilmente raggiungibile dall’esterno, potrebbe diventare una tappa  obbligata delle visite guidate e dei viaggi di istruzione di tanti istituti scolastici non solo della nostra regione.
 Inoltre ci sembra che questo provvedimento risulti quanto mai  irriverente nei riguardi di Paolo  Zacchino, un autentico guru della nostra tradizione culturale, che è riuscito a raccogliere attorno a sé un gruppo di  giovani appassionati, uniti dall’amore per la propria terra e per le sue tradizioni culturali.
 Si è convinti, infine, che altri locali di proprietà del Comune, per la loro ubicazione nel Centro Storico  ed  anche all’interno dello stesso  Palazzo di Città, potrebbero ospitare con maggiore adeguatezza ed efficienza gli uffici del Settore Lavori Pubblici, in predicato di essere trasferiti nell’attuale sede del Museo.
 Pertanto, auspichiamo un pronto ripensamento da parte dell’Autorità cittadina, al fine di evitare un ulteriore depauperamento del  patrimonio culturale della nostra Città, già tanto offeso e compromesso da scelte che,  spesso, con disarmante arrendevolezza e colpevole superficialità, ci fa comodo addebitare ad altri.
           Se questo non dovesse accadere in tempi brevi ed utili,  la CISL di Nardo’, invita  tutti i candidati Sindaci e tutti i  Segretari di  Partito ad assumere  una posizione  ed un impegno chiaro ed inequivocabile, elaborando e sottoscrivendo un documento con il quale si ribadisca la loro ferma opposizione al trasferimento del Museo e formalmente si dichiari che, A PRESCINDERE DAI RISULTATI  DELLA PROSSIMA COMPETIZIONE ELETTORALE,  il Museo  tornerà  nella sede attuale.

Nardo’- 14.03.2011

         IL  SEGRETARIO
                F. FIORITO

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