Una foto rubata al tramonto di un giorno qualunque. Conferma tutto. Quello che fin’ora era solo un sospetto. Ed è stato catturato dall’obiettivo dell’OSSERVATORIO sulla CITTA’ di Nardò.
Difficile da credersi, la scena che si è presentata, ma a volte, come dicono le varie testimonianze, si sentiva sussurrare. Ed ecco la finalmente prova. E’ la città che parla dei suoi cittadini! Proprio vicino le facciate o nei vicoli stretti e negli slarghi. Un brusio continuo che nel silenzio della notte non smette un attimo. Si parla di disattenzione di cecità e di strategie sbagliate. Bisbigliano e commentano anche animatamente.
Sì, parlano di noi o meglio di ciò che sta succedendo tutt’attorno. Parlano di dissesti e di crolli, si comunicano tra loro, timori e paure. Parlano di paradossali sviste che hanno condotto all’indifferenza collettiva, per cui il risultato è evidente e sempre più visibile. Per un luogo maltrattato in questo modo, ma dalle possibilità incredibili, è disarmante il catastrofico immobilismo a cui assistono. Un centro storico isolato da ‘dissesti storici’ protrattisi per decenni da scelte urbane fallaci.
Pensate la loro angoscia nell’attesa di vedersi, da un giorno all’altro, percorrere da lesioni strutturali senza che nessuno abbia il coraggio di aprire ad un preciso programma di analisi e valutazione delle condizioni del sottosuolo della città. Studi che pur sono stati presi in considerazione da analisi già stilate, ma di cui la continuità doveva essere ampliata e condotta senza sosta dai relativi dipartimenti di ricerca geofisica. Tutto tace e la voce si fa sempre più forte. Stavolta è la città a parlare di noi.