Martedì 5 aprile era previsto, in coincidenza con il Consiglio Regionale, l’ennesimo incontro con la Vice Presidente Capone per la nota vicenda della Pista di Nardò
ed in particolare la gravissima condizione che stanno vivendo da circa due anni i lavoratori della Cooperative All Service ed Italian Job.
Gravissimo va definito l’atteggiamento della citata Vice Presidente, in quanto, dopo una lunghissima attesa durata dalla mattina alle 09.00 circa fino alle 14.30/15.00 e dopo che aveva promesso ripetutamente di incontrare i lavoratori e che, addirittura, la delegazione era entrata all’interno della Regione, dopo una giornata al freddo, si rifiutava con motivazioni risibili di confrontarsi.
Si tenga presente che sin dalla scorsa estate la dott.ssa Capone aveva preso impegno di affrontare e cercare le soluzioni per risolvere la vicenda. Dopo vari incontro saltati, lo scorso 7 marzo presso il suo Assessorato, aveva preso impegno di convocare, entra massimo dieci giorni, un tavolo alla presenza della Regione, della Provincia di Lecce, della task force oltre che ai Cobas in rappresentanza dei lavoratori. Impegno “puntualmente” disatteso nonostante sollecitatori mail, sms (rimasti sempre senza risposta).
Il 5 aprile si è comunque raggiunto il fondo con questo atteggiamento nei riguardi di lavoratori e relative famiglie ridotte sul lastrico. Pertanto da ora in poi i lavoratori, dopo aver subito per anni angherie di ogni genere, e che continuano a subire, nel complice silenzio delle Istituzioni Regionali e provinciali che hanno effettuato politiche dello struzzo nei confronti della Nardò Technical Center, gestrice della Pista di Nardò, ampiamente foraggiata da soldi pubblici, hanno deciso di effettuare tutte le forme e le azioni sindacali e di lotta per riprendersi i diritti negati.
Perché nessuno si possa sognare che questa vicenda vada nel dimenticatoio, in quanto ci penseranno i lavoratori a ricordare a tutte/i quello che è accaduto (e continua ad accadere) in quel luogo di lavoro. Intanto sono state presentate una serie di denunce querele per verificare da un punto di vista penale quali reati possano configurarsi a fronte di tutto ciò che i lavoratori hanno subito, ed il resto alle prossime iniziative che saranno molto forti.
Per Cobas del Lavoro Privato/Confederazione Cobas Salvatore Stasi