Quarantadue minuti per leggere la sentenza, le nove di sera, dopo i tg: «La seconda Corte d’Assise condanna Harald Espenhahn per omicidio volontario con dolo eventuale».

 Il presidente Maria Iannibelli pronuncia nel più assoluto silenzio i nomi degli altri imputati in un’aula strabordante di toghe, giornalisti, telecamere e soprattutto parenti e colleghi delle sette vittime della ThyssenKrupp di Torino. Ci sono più di quattrocento persone incollate alla sua voce: «Condanna Gerard Priegnitz a 13 anni e 6 mesi…».

La sentenza accoglie le dure richieste dei pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso, va persino oltre: con Priegnitz, membro del board di ThyssenKrupp nel periodo della strage sul lavoro, escono dal processo altri tre imputati con la stessa condanna. Sono Marco Pucci, pure lui del cda, i dirigenti torinesi Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri. Nei confronti di Daniele Moroni, dirigente con competenze nella pianificazione degli investimenti in materia di sicurezza antincendio, i pm avevano chiesto 9 anni di condanna, i giudici gliene danno di più: 10 anni e 10 mesi.

Ciò che più conta e colpisce di questa sentenza è la condanna dell’amministratore delegato di ThyssenKrupp Italia per omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale: significa che il manager era consapevole del rischio di gravi incidenti per i lavoratori nello stabilimento torinese della multinazionale tedesca e che aveva deciso di correrlo, rinunciando ad investire in misure di prevenzione antincendio la somma messagli a disposizione pochi mesi prima dal working group della Tk sulla sicurezza: 800 mila euro per installare un impianto di rilevazione di fumi e spegnimento automatico del fuoco.

La scelta, di fronte alla prospettiva di chiudere a breve la fabbrica, fu di conservare la somma per il trasferimento della linea 5. I pm hanno sostenuto nella lunghissima requisitoria: «L’imputato ha fatto prevalere l’interesse economico sul fattore umano». I difensori hanno replicato: «È impensabile anche solo sospettare che l’ad possa aver messo a rischio consapevolmente la vita dei suoi operai». Nell’ultima replica, ieri mattina, il suo legale, Ezio Audisio, ha persino toccato un tasto inedito: «L’ingegner Espenhahn possiede le migliori caratteristiche del popolo tedesco, è meticoloso, quasi maniacale».

È stato sulla linea 5 che la notte del 6 dicembre 2007 un’onda di fuoco ha avvolto e carbonizzato l’esistenza di Antonio Schiavone, il primo a morire, 36 anni e tre figli piccoli; Roberto Scola, 32 anni; Bruno Santino, 26 anni; Angelo Laurino, 43 anni; Rosario Rodinò, 26 anni; Giuseppe De Masi, 26 anni, e il loro capoturno Rocco Marzo, 54 anni.

L’intera squadra del turno di notte cancellata, tranne Antonio Boccuzzi, salvatosi miracolosamente perché nell’istante del flash fire stava cercando di collegare una manichetta ad un serbatoio d’acqua. Si trovava dietro un muletto che lo protesse dal fuoco.

Profili delle condizioni di sicurezza in quello stabilimento: Marzo era da due giorni responsabile anche dell’emergenza e da due notti non riusciva a dormire per la paura di non essere all’altezza; non aveva ricevuto una formazione per gestire quel ruolo. Boccuzzi e Schiavone avevano alle spalle l’intero turno di lavoro del pomeriggio. Decisiva per lo sviluppo del fuoco fu la rottura di un flessibile che trasportava olio minerale nei circuiti oleodinamici della linea, alla pressione di 140 Bar. Esplosione, onda di fuoco schizzata a 9 metri d’altezza. L’azione di un lanciafiamme, l’ha definita un consulente tecnico dei pm.

È prevalsa la tesi dell’abbandono della fabbrica sul piano della sicurezza. Per questo i giudici hanno riconosciuto le responsabilità dell’azienda rifilandole pesanti sanzioni pecuniarie e interdittive. Poi, i risarcimenti: un milione al Comune di Torino, 973 mila alla Regione Piemonte, 500 mila alla Provincia, 100 mila a testa a Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil. E una sfilza di 50 mila euro ai lavoratori parte civile, fra cui Boccuzzi. Sentenza esemplare che solo un collegio di 7 donne su otto giudici poteva coraggiosamente fare propria.

 

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy. Puoi liberamente fornire, rifiutare o revocare il tuo consenso senza incorrere in limitazioni sostanziali e modificare le tue preferenze relative agli annunci pubblicitari in qualsiasi momento accedendo al pannello delle preferenze pubblicitarie. Dichiari di accettare l'utilizzo di cookie o altri identificatori ovvero di accettare le eventuali preferenze che hai selezionato, cliccando sul pulsante accetta o chiudendo questa informativa. maggiori informazioni

COOKIE POLICY

Questo sito utilizza i Cookies piccoli file di testo che vengono depositati sul vostro computer per ricordare le attività e le preferenze scelte da voi e dal vostro browser.

In generale, i cookie vengono utilizzati per mantenere le preferenze dell’utente, memorizzano le informazioni per cose come carrelli della spesa e forniscono dati di monitoraggio anonimi per applicazioni di terze parti come Google Analytics. Tuttavia è possibile disabilitare i cookie direttamente dal browser così come indicato di seguito.

Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" acconsenti al loro utilizzo.

Microsoft Internet Explorer
1. Selezionare “Strumenti” dalla barra delle applicazioni principale, quindi ‘Opzioni Internet’
2. Cliccare sulla scheda ‘Privacy’
3. Scegliere il livello di sicurezza dei cookie


Firefox
1. Selezionare “Strumenti” dalla barra delle applicazioni principale e in seguito “Opzioni”
2. Cliccare sulla scheda ‘Privacy’
3. Nella sezione “Cookie” deselezionare la casella “Accetta i cookie dai siti”


Google Chrome
1. Cliccare sull’icona della chiave e selezionare “Impostazioni”
2. Cliccare sul link “Mostra impostazioni avanzate”
3. Cliccare sul pulsante “Impostazioni dei contenuti” sotto ‘Privacy’
4. Modificare l’impostazione dei cookie: ‘Impedisci ai siti di impostare dati’
5. Cliccare sul pulsante ‘OK’


Opera
1. Selezionare “Impostazioni” nella barra delle applicazioni principale e selezionare “Preferenze”
2. Cliccare su ‘Avanzate’ e selezionare “Cookie”
3. Cliccare su ‘Non accettare mai i cookie’
4. Cliccare ‘OK’


Safari
1. Cliccare il pulsante ‘Strumenti’ dalla barra principale e selezionare “Preferenze”
2. Cliccare ‘Sicurezza’
3. Nella sezione ‘Accetta Cookie “, cliccare su ‘Mai ‘
4. Chiudere la finestra


Se il vostro Browser non è presente in questa pagina è possibile consultare il sito aboutcookies.org, che offre una guida per tutti i browser moderni.

Chiudi