Il Consigliere di Amministrazione dell’Ato Lecce/2 Mino Natalizio, e il polo neritino per lui, se prende parola riguardo la problematica ambientale della Provincia di Lecce dovrebbe dire tutto quello che sa e non esternare solo gli aspetti a loro convenienti. O forse il polo neretino non sa quali sono le azioni messe in atto dal loro componente?

 

Qual è il contributo fattivo di Natalizio per Nardò in seno al Consorzio dell’Ato? Natalizio dovrebbe sapere quali sono le carenze impiantistiche e nonostante ciò, durante il suo Assessorato all’Ambiente, lui stesso ha fatto convertire il sistema di raccolta differenziata a Nardò da monomateriale, qual’era, a raccolta multimateriale, un sistema molto più costoso. Lo stesso Ato ha variato diversi appalti già avviati da multimateriale a monomateriale per limitare i costi di trattamento. Lui invece, da assessore, ha intrapreso una direzione contraria. Ma questo Natalizio non lo dice.

Natalizio sa che il motivo che ha causato il rinvio della gara a Nardò è la mancanza di un impianto che potesse lavorare tutto il materiale differenziato che i nuovi servizi avrebbero generato. Natalizio sa qual è il motivo che ha determinato l’impennata dei costi di smaltimento del rifiuto indifferenziato nel nostro bacino e che ha determinato numerose emergenze con rifiuti sparsi ovunque e cassonetti non svuotati per settimane.

Dovrebbe dire chiaramente ai componenti della sua coalizione che se oggi la tariffa di smaltimento del rifiuto indifferenziato è così alta è perché si devono “mettere le pezze” ad una situazione impiantistica confusa e senza sbocchi generata ad arte dalla passata Amministrazione Provinciale di centro sinistra guidata da Pellegrino e dal PD (ora al fianco di De Pascalis) e dalla Regione Puglia di Vendola. La sinistra infatti, finchè ha potuto, ha bloccato le procedure di gara degli impianti avviate dall’allora presidente regionale Raffaele Fitto, fino a far collassare tutta la provincia di Lecce in continue emergenze. Tali emergenze, per fortuna, grazie al lavoro quotidiano del Presidente dell’Ato Le/2 Silvano Macculi, sono ormai passate dal punto di vista tecnico, ma ne risentiamo ancora le conseguenze dal punto di vista economico. Infatti il residuo dalla lavorazione dei rifiuti fatta dall’impianto di Poggiardo, a causa della mancanza di strutture provinciali, viene trasferita anche fuori provincia, con consistenti aggravi di costo. Tutte queste colpe che gravano sulla passata amministrazione provinciale (ora al fianco di De Pascalis) le pagano i cittadini con la tariffa di 110 euro a tonnellata.

Tutto questo Natalizio lo sa, ma non lo dice.

 

Il Consigliere Provinciale

Mino Frasca

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