Cosa può innescare un circuito virtuoso per lo sviluppo della città nel quadro generale del  “turismo sostenibile del Salento”? Il piano ammezzato dei locali dell’ex Pretura in piazza Salandra, può esser usato per corsi di Informatica, lingue straniere, corsi professionali per guide turistiche, ecc …

Il centro brulicherebbe, allora, di giovani promesse del turismo salentino. E, fra convegni, discussioni, confronti dibattiti anche all’aperto (in periodo estivo in piazza Salandra o sulle piattaforme di legno del lungomare, quando ovviamente la Regione ci darà il permesso di usufruirne),  la qualità della vita cittadina e in particolare del centro storico rivivrebbe stagioni di originale entusiasmo  ‘giovanile’.

L’ “Osservatorio sulla città” pone come concreta, responsabile e molto probabile soluzione, una sua diversa interpretazione (“riconversione” come sempre);  trasformarlo in un ‘incubatore culturale’. L’originario Palazzo di Città, per esempio, per anni conosciuto come l’edificio della Pretura, dovrà obbligatoriamente, svolgere, secondo me, un ruolo importante di attrattore e contenitore di spazi adibiti a supporto della cittadinanza. Di fondamentale importanza si ritiene, a questo proposito, il coinvolgimento dei cittadini alla partecipazione e alla costruzione di nuove visioni e destinazioni dello spazio pubblico.
 Sostengo, quindi, fermamente, da tempo, qualunque ipotesi che conduca concretamente a trasformare lo  storico e prezioso contenitore, in un centro pulsante di attività che, dalla mattina fino alla sera, possa contribuire  alla crescita dei cittadini. Penso, perciò ad una serie di aule destinate a corsi giornalieri e serali di lingue straniere, di computer, magari con aule utilizzabili e attrezzate per convegni o per video conferenze a distanza.  Sarebbe opportuno istituire anche dei corsi stabili di aggiornamento per guide turistiche ed operatori culturali, con stage presso gli uffici tecnici o all’ambiente supportati da professionisti, del grande comune neritino ricco di emergenze naturali e  paesaggistiche. Il progetto, da me ideato, tempo fa, di una Nardò come un “Museo diffuso a cielo aperto”, avrebbe dunque SENSO e si realizzerebbe connettendo la struttura del Palazzo di Città con l’osservatorio naturalistico della Palude del Capitano che a sua volta sarebbe collegata con il Museo Didattico del gruppo speleologico neritino connesso con le sedi del futuro museo dell’archeologia o con il museo del mare, col circuito delle sette torri costiere stimolando, con questo procedimento per ‘connessioni’. La creatività e l’imprenditoria locale, capace di preparare qualitativamente gli operatori sul territorio. Ritengo perciò non adempiente alle direttive che si è dato Nardò, a qualunque ipotesi che veda trasformato l’edificio, in aridi uffici, con orario di chiusura a metà giornata.

L’Osservatorio da anni, soprattutto mostrando impegno e passione nelle varie idee esposte e poi condivise, pone assoluto sostegno a quelle iniziative che innescano processi virtuosi e assolutamente collaboranti con la collettività. La compartecipazione e la cooprogettazione delle iniziative non può fare altro che stimolare la crescita culturale di una città come Nardò, con l’intento di liberare castelli (quello degli Acquaviva) ed edifici storici da una loro destinazione ed un uso becero, sconsiderato e francamente irresponsabile.
 Aprire nuovi spazi vuol dire riuscire con sensibilità a saperli, anche ri-nominare o re-interpretare, a favore dei posti di lavoro e dell’occupazione dei giovani neritini preparandoli e aggiornandoli a nuove idee di modernità.

Che l’antico PALAZZO di CITTA’ dia, dunque, linfa vitale a Nardò. Tale atteggiamento di studio e ricerca di nuove possibilità, rimane al centro del lavoro di comunicazione e condivisione dell’ “Osservatorio sulla città” che ricordo, è nato per riattivare quella, sopita, coscienza civica, avendo come obiettivo la promozione della conoscenza delle trasformazioni in corso e per avvicinare i cittadini alle sedi delle decisioni pubbliche che riguardano direttamente il loro destino comune .

Paolo Marzano
responsabile dell’ “Osservatorio sulla città”

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