L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha rivolto un formale invito alla Rai affinché, “nei trenta giorni precedenti la data della consultazione, assicuri una rilevante presenza degli argomenti oggetto di referendum nei programmi di approfondimento”,
come prescritto dal regolamento approvato dalla commissione di Vigilanza Rai. Lo rende noto la stessa Agcom in una nota, spiegando che la decisione è stata presa “alla luce dei dati del monitoraggio televisivo”.
Nel comunicato si precisa che “la commissione Servizi e Prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella riunione odierna, ha esaminato gli esposti presentati dalla lista Di Pietro-Italia dei Valori e dai Comitati promotori dei quesiti referendari (sul nucleare e legittimo impedimento) trasmessi il 18 maggio scorso”.
“L’Autorità ha riconosciuto che l’azienda pubblica ha fatto troppo poco per informare i cittadini sui referendum”, esulta Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori. “Ci auguriamo”, prosegue Di Pietro, “che il presidente della commissione di Vigilanza accolga le indicazioni emerse dalla comunicazione dell’Agcom e intervenga presso la Rai affinchè siano adottati rapidi cambiamenti di rotta”. Gli fa eco Vincenzo Vita, componente Pd in commissione Vigilanza: “E’ fondamentale inoltre che l’Autorità verifichi il grado di informazione sui referendum, al momento quasi sconosciuti nei e dai media”.
Soddisfazione anche da parte del Comitato “Vota sì”: “Finalmente: sono settimane che denunciamo il silenzio strumentale calato sui referendum. Speriamo che il richiamo dell’Agcom cambi questa situazione intollerabile”. Ora, conclude il Comitato, “la Rai non ha davvero più scuse: provveda a recuperare il tempo perduto e garantisca ai cittadini una informazione adeguata ad un servizio pubblico”.
Per quanto riguarda la collocazione dei contenitori per i messaggi autogestiti gratuiti, l’Autorità “ha segnalato la questione alla commissione parlamentare di Vigilanza, alla quale spetta esprimersi sulla conformità di tale collocazione alla propria deliberazione del 4 maggio, al fine di consentire all’Autorità di assumere, in sede di vigilanza, le determinazioni di competenza”. (www.laRepubblica.it)