Il sindaco, Luciano Cariddi, ci ha perso il sonno, ma non ha trovato altre soluzioni. Gli operatori sono pronti ad accertarla, ma solo a partire dal prossimo anno. 

Quella di cui si è a lungo parlato, ieri sera, nel centro di prima accoglienza «Don Tonino Bello» di Otranto, è la discussa e poco amata tassa di soggiorno, che il comune idruntino ha deciso di applicare già a partire dal primo luglio. Una tassa da far pagare ai turisti che soggiornano in alberghi, campeggi, bed & breakfast, case private. Due euro al giorno per chi sceglie strutture di livello medio-alto (fino a 3 stelle), 1 euro e 50 per le categorie appena inferiori, per scendere a 1 euro per strutture senza stelle e a buon prezzo. Obiettivo: racimolare 5-600mila euro per far quadrare i conti del bilancio comunale.

Il primo cittadino ha incontrato i rappresentanti di categoria e gli operatori del settore turistico di Otranto, che si sono presentati all’appuntamento agguerriti e compatti. Nessuno applicherà la tassa ai propri clienti a stagione praticamente iniziata, con i soggiorni già in tutto o in parte pagati, con i budget familiari fin troppo ingessati.

Il presidente delle Confcommercio, Alfredo Prete, ha diffidato il sindaco: «Se si applica la tassa da quest’anno – ha detto rivolgendosi al sindaco Cariddi – aspettatevi un ricorso». Dello stesso tenore l’intervento di Raffaele De Santis, presidente di Federalberghi per la provincia di Lecce, che però annuncia la piena disponibilità se la tassa sarà applicata a partire dal prossimo anno. Otranto, inserita tra i borghi più belli d’Italia, tutelata dall’Unesco, premiata con bandiere blu e 5 vele, è tra le mete più ambite dai turisti che scelgono la Puglia per le loro vacanze. Nel 2010, si sono contate circa 800mila presenze nel corso dell’anno, con una concentrazione nei mesi di luglio e agosto.

 Che sono proprio i mesi dell’anno in corso in cui il Comune di Otranto vorrebbe applicare la tassa di soggiorno, mentre a partire dal prossimo anno, stando alla bozza di regolamento sottoposta alla discussione, la tassa andrebbe applicata nei mesi da aprile a settembre. Diversamente non si può fare, ha spiegato nel suo lunghissimo intervento introduttivo il sindaco Cariddi. Il costo del ticket per il parcheggio è già stato portato a 1,50 euro l’ora e, anche aumentando il costo di altri 50 centesimi, si incasserebbero appena 80mila euro. La Tarsu non si può toccare perché per raggiungere l’obiettivo bisognerebbe aumentarla del 50 per cento.

Alzare l’aliquota Irpef servirebbe a poco, annullare il calendario degli eventi estivi – che costa 100mila euro – non aiuterebbe il turismo. Insomma, i soldi non ci sono, i trasferimenti dallo Stato sono stati drasticamente tagliati e non sembra esserci altra soluzione. «Abbiamo già raschiato il fondo del barile», dice Cariddi. Il Comune di Otranto, ha spiegato il sindaco, deve fare fronte alla gestione di 30 chilometri di litorale, a centinaia di ettari di boschi e pinete, al costo di 10-12 vigili urbani stagionali, al prezzo per le convenzioni con la protezione civile per garantire la sicurezza dei villeggianti e dei residenti.

 Il livello qualitativo dei servizi offerti ai turisti deve essere mantenuto alto e questo ha un costo. Dagli operatori sono venute le proposte più diverse, dall’aumento del prezzo per il parcheggio alla sostituzione della tassa di soggiorno con una sorta di abbonamento di eguale costo per offrire agli ospiti un posto auto, dalla riduzione da 10 a 7 giorni del periodo in cui è obbligatorio pagare la tassa di soggiorno a una sorta di tassa per i turisti del weekend, che gli operatori ritengono poco interessanti e per lo più portatori di confusione e sporcizia. «Se si raddoppia il costo del parcheggio nel solo mese di agosto – sostiene con veemenza De Santis – si risolve il problema».

Ma il sindaco ribatte parola su parola spiegando che l’amministrazione comunale deve rispettare le norme. L’incontro si chiude con un nulla di fatto, con posizioni che rimangono inconciliabili, ma con la vaga promessa di pensare a soluzioni alternative. «Che non ci sono – dice Cariddi a riunione ormai sciolta – e il tempo stringe».(tratto da Corriere.it)

 

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