Softair o anche soft air, dal nome inglese delle armi ad aria compressa: sono le simulazioni militari dalle precise caratteristiche e peculiarità, anche se c’è chi li chiama «giochi di guerra».
Tale definizione, però, è per un verso impropria, atteso che meglio s’attaglia ai videogames, e per altro verso riduttiva, perché si tratta d’una pratica sportiva con migliaia di praticanti – solo in provincia di Lecce sono attivi 21 gruppi – e richiede allenamento fisico e rispetto delle regole. Non a caso, a chiedere informazioni in merito, il nostro mentore – come dire un esperto che più esperto non si può, alias Marco “Tango” Maggio, responsabile dell’associazione sportiva dilettantistica MacVsog – segnala la correttezza quale peculiarità; ed é comprensibile il perché.
Va infatti spiegato che il Softair é nato nei primi Anni ’80 come divertimento praticato dai tagliaboschi con pistole a vernice colorata che rientravano nelle loro dotazioni. Una decina d’anni dopo, il «gioco» fu regolamentato e divenne il «Paintboll», che si pratica con armi che sparano proiettili gelatinosi di vernice colorata; crebbe anche, però, la schiera di coloro che volevano maggiore verosimiglianza e aderenza alle tattiche e agli scenari militari.
E’ questo il Softair, che ripercorre sul campo una vera azione militare, a cominciare dal «briefing» che precede le «azioni»; le quali possono essere rappresentate dalla liberazione di ostaggi o dalla distruzione di un a base nemica o dal recupero di documenti segreti e così via discorrendo. Come detto, non si usano vernici colorate e ciò mette alla base del gioco la correttezza e serietà dei partecipanti: chi è colpito deve «dichiararsi», non essendoci, altrimenti, tracce evidenti, e deve disimpegnarsi completamente dalla collaborazione con la propria squadra.
«Il nostro gruppo – dice Maggio, che presiede il direttivo coadiuvato dal vice Alberto Cataldi e dal segretario Antonio Manno – si è distinto fin dalla sua costituzione, tre anni or sono, vincendo subito il primo premio per disciplina e onestà di gioco, nel corso di un torneo a San Giovanni Rotondo. Siamo molto rigorosi, in proposito: comportamenti scorretti possono comportare anche la radiazione dal gruppo». Il quale ha mutuato nome e logo dall’unità speciale statunitense che negli Anni ’60 si distinse in operazioni militari clandestine in Vietnam; mentre Marco Maggio ha scelto il suo «nome di battaglia» privilegiando la sua passione per il ballo argentino, che è forse pari a quella per le tattiche militari «sue letture da sempre», per non parlare dei suoi «brevetti», dal tiro al bersaglio alla difesa personale.
MacVsog conta 35 iscritti, qualcuno anche proveniente da centri dell’hinterland, d’età variabile tra 16 e 55 anni, equamente suddivisi tra militari, professionisti, operai, studenti; per i quali ultimi, lo scarso rendimento scolastico è rigorosamente motivo di allontanamento, per periodi più o meno lunghi, dalla pratica sportiva. D’Altra parte, è incompatibile con la visione che i praticanti hanno di tale disciplina: «Il Softair si basa sul corretto confronto sportivo – spiega “Tango” – tanto che è ormai frequentemente utilizzato in ambiti aziendali tanto nel “team building”, ossia la formazione di gruppo, quanto nel “problem solving”, perché concilia l’approccio positivo con situazione problematiche; noi chiediamo agli aderenti anche correttezza di vita»; e, nel tempo, una decina di richieste di adesione sono state respinte.
La disponibilità di Maggio consente di soddisfare ulteriori curiosità: sui «campi» di allenamento, due zone che il team ha ricevuto in uso gratuito dall’azienda Senape De Pace; sulle assicurazioni personali, contratte con il Centro sportivo educativo nazionale; sul costo dell’attrezzatura – anfibi, tuta, giubbotto tattico, protezioni e occhiali, che sono obbligatori, “repliche” di armi – che si aggira sui 400 euro, anche se ci sono, volendo, altre dotazioni; i rapporti con gli altri team. Talvolta, nei «games» ma non nei tornei, si formano squadre miste e magari l’incontro – che normalmente si svolge di domenica o di sera – finisce con una grigliata. Perché anche l’amicizia, nel Softair, è un valore da esaltare. (tratto da LaGazzettadelMezzogiorno)