L’operato dei Dirigenti del nostro Comune è una fonte inesauribile di lavoro per chi, come noi, ha fatto della tutela degli interessi della collettività neretina il suo credo politico.
La deliberazione commissariale n.149/2011, inerente la costituzione del Fondo area della dirigenza, è un concentrato di quell’agire che ha caratterizzato, in un recente passato, l’opera dell’apparato dirigenziale del nostro comune e che, a quanto pare, non accenna a mutare neanche con la nuova amministrazione.
Da un’attenta analisi della deliberazione e dei verbali n. 6 e 8 del Collegio dei Revisori dei Conti emergono alcune gravi discrasie, auspichiamo da attribuire ad imperizia e non ad una precisa volontà di chi ha proposto tale delibera alla firma del Commissario Straordinario.
Innanzitutto non è chiaro quale sia la reale situazione del Fondo per la dirigenza degli anni 2009 e 2010, tant’è che nella deliberazione si fa riferimento alla predisposizione di apposite schede “anche” per gli anni citati che sono state sottoposte all’esame del Collegio dei Revisori “giusto verbale n.6/2011”. Peccato che nel verbale suddetto non vi sia alcuna traccia né di un esame di tali schede né addirittura di un qualsivoglia riferimento agli anni 2009 e 2010!
Ci chiediamo, poi, per quale motivo tirare in ballo gli anni 2009 e 2010? Era necessario forse ratificare in un unico atto l’operato degli ultimi anni?
Proseguendo si rileva come il Fondo per l’anno 2011 benefici di una notevole integrazione. Com’è possibile integrare un fondo di cui per legge (la 122/2010) è vietato l’aumento e il cui importo è vincolato a quello dell’anno precedente? Si tratta dei soliti misteri dei burocrati neritini?
Quello che appare oltremodo poco opportuno, a nostro giudizio, è destinare risorse a beneficio di pochi mentre l’intera città langue in uno stato di totale abbandono e sopravvive per l’impegno di privati cittadini che spendono tempo e risorse per rendere presentabile il nostro territorio.
Ci chiediamo, a questo punto, se questo Fondo sia stato realmente costituito. Nell’ultimo punto della delibera si rinvia al Dirigente del 1° Settore “la costituzione ed integrazione del fondo del corrente anno con riferimento anche all’anno 2010, dando atto che la consistenza totale del fondo anno 2011 è pari a quella dell’anno 2010…” pertanto la deliberazione è da intendere quale mero atto di indirizzo a cui attenersi da parte del Dirigente interessato, per la costituzione del Fondo Area Dirigenza.
Se il fondo non dovesse essere stato costituito, come sembra apparire da un’analisi sommaria dei fatti, tenendo conto del recente passato censurato dalla Corte Conti con opportuna deliberazione, ci auguriamo solo che nessuno abbia già usufruito di tali somme!
Nota a parte merita l’operato del Collegio dei Revisori dei Conti che, pur prodigandosi nella sua funzione propositiva prima che di censura, vede sistematicamente disatteso il proprio lavoro di richiamo al rispetto di iter obbligatori e di opportunità anche per la costituzione del Fondo area della dirigenza.
Appare, infatti, evidente che gli appunti mossi nel verbale n. 06/2011 non siano stati assolutamente presi in considerazione dato che, nel successivo verbale 8/2011 del 15 giugno, i revisori diffidano al rispetto delle procedure di legge per la costituzione del fondo stesso con l’obbligo di liberare le risorse di bilancio a ciò destinate, qualora non si rispettino gli step obbligatori previsti dalla procedura.
Uno dei rilievi mossi dal Collegio riguarda la Contrattazione Decentrata Integrativa per l’area dirigenza che deve essere sottoscritta obbligatoriamente prima della costituzione del Fondo; pare assurdo che all’apparato dirigente di un Comune di più di 30mila abitanti sfugga l’intera riforma Brunetta e l’ultima circolare 07/2011 a firma del Ministro con cui si ribadisce l’obbligo di riformulare l’intera contrattazione decentrata, soprattutto perché quella di Nardò risale al 2001!
E’ disarmante dover constatare come, anche davanti ad un futuro di vacche magre, così come dipinto all’interno del bilancio di previsione per l’anno 2011, pieno di se e di ma, ci sia ancora chi, dall’alto della sua posizione di responsabilità, possa guardare il Palazzo e vederlo come il castello di Paperon de’ Paperoni.
Adriano Muci
Salvatore Donadei
Oronzo Capoti
Nuovocorso per Nardò