“Sul futuro dell’ospedale di Nardò, il neo Sindaco Risi continua sull’onda della demagogia e dell’illusione dei cittadini, esattamente come in campagna elettorale. Se davvero vuole salvare l’ospedale, non sbagli tempi ed interlocutori, ma parli direttamente con il Presidente Vendola”.

 Lo sostiene in una nota il consigliere regionale del Pdl e vicecoordinatore provinciale di Lecce, Erio Congedo.

“Risi sbaglia tempi ed interlocutori: se davvero non condivide la decisione della Regione di massacrare l’Ospedale di Nardò, avrebbe potuto contestarla fin dall’inizio e dire la verità ai cittadini anche in campagna elettorale, piuttosto che illuderli sostenendo che aveva ricevuto da Vendola rassicurazioni sul futuro dell’ospedale; così come se oggi intende parlare del futuro dell’ospedale con qualcuno, lo faccia con l’unico possibile interlocutore, ossia il Presidente Vendola.

In primo luogo perché i vertici delle Asl pugliesi sono al centro di scambi di poltrone e giochi di potere tra i partiti della sinistra, poi perché è stato Vendola a decidere di presentare al Governo nazionale un Piano di Rientro incentrato solo sui tagli dei servizi e le chiusure degli ospedali e non sul taglio degli sprechi”.

“Ad oggi – ricorda Congedo al Sindaco Risi – è in vigore la Legge regionale voluta da Vendola e dai partiti della sinistra di Risi, in cui è previsto che all’Ospedale di Nardò i posti letto vengano ridotti da 103 a 58, di cui 30 di lungodegenza. Fin qui i fatti. Il resto, se Risi non assume iniziative nei confronti di Vendola, consequenziali con quello che dice di voler fare, resta solo demagogia. Basta con le illusioni dei cittadini e la strumentalizzazione della sofferenza”.

“Condivido in pieno le parole dell’amico Erio – afferma Oronzo Capoti, Consigliere Comunale di Nuovocorso per Nardò – troppa demagogia è stata fatta in questi anni sulla sorte del presidio ospedaliero di Nardò e sulla pelle dei neritini. Varie campagne elettorali a tamburo battente sulla riapertura dei reparti e sul potenziamento della struttura, ad opera di Vendola e dei partiti di sinistra locali, non hanno prodotto altro che un declassamento del presidio ospedaliero e ora anche del pronto soccorso che, in mancanza di reparti strutturati, opererà solo nelle ore diurne per accogliere codici bianchi e verdi.”

“Da operatore della sanità e neritino,  – conclude Capoti – al sindaco Risi chiedo, se realmente vuole operare in maniera utile e fattiva senza vendere fumo ai nostri concittadini, non di proseguire nella richiesta di una chimerica e irraggiungibile riapertura dei reparti presso il San Giuseppe Sambiasi, ma di avanzare proposte concrete in merito alla realizzazione di un sistema sanitario locale che, partendo dai tre poli di Nardò, Copertino e Galatina, possa giungere alla definizione e realizzazione di un’unica struttura complessa e in grado di  essere al servizio di un’area vasta come la nostra e che possa essere dotata di tutte le specialità che il territorio richiede, per evitare, nonstante l’abnegazione degli operatori, di porre a rischio la salute dei cittadini con strutture inadeguate e prive di servizi essenziali, come è il San Giuseppe Sambiasi ormai già da molto mesi, prima ancora di quest’ultimo, ulteriore, taglio ai reparti.”

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