Proseguono gli accertamenti tecnici e gli scavi disposti in merito all’inchiesta che riguarda il complesso universitario «Studium 2000»,

 già sottoposta a sequestro preventivo, lo scorso 25 maggio, dai carabinieri del Noe di Lecce poiché potrebbe essere inquinata da sostanze nocive per la salute. Questa mattina, poco dopo le 8.30, le operazioni di scavo sono iniziate nell’ex deposito di carburanti Apisem, che sorge in corrispondenza tra la via Vecchia Surbo e via Taranto, alla periferia nord del capoluogo salentino. L’ipotesi è che la causa della contaminazione del suolo potrebbe essere in qualche modo collegata al fatto che il terreno è adiacente proprio all’ex deposito di proprietà della «RG Semeraro», già dismesso nel 1997.

Un’ipotesi che ha portato, nei giorni scorsi, all’iscrizione del patron del Lecce calcio, Giovanni Semeraro, nel registro degli indagati. Le operazioni di scavo sono proseguite per diverse ore, nonostante il gran caldo e il sole implacabile, e hanno interessato un’area a ridosso del muro che separa l’ex deposito dal cantiere dell’Università, con un profondità di circa sei/sette metri. Nell’aria si è subito avvertito, in maniera forte e penetrante, l’odore del carburante. Agli accertamenti erano presenti, oltre ai carabinieri del Noe, guidati dal capitano Nicola Candido, i consulenti nominati dalla Procura, il chimico Mauro Sanna e il geologo Bruno Grego; i consulenti nominati dall’Università del Salento (in qualità di parte offesa), il professor Antonio Federico (ordinario di Geotecnica del Politecnico di Bari) e gli esperti del Consorzio Inca, e una geologa nominata dall’unico indagato.

 Nei prossimi giorni i campioni prelevati nell’area saranno analizzati e sottoposti a specifici accertamenti tecnici. A dare avvio alle indagini, nell’ottobre del 2010, era stato l’esposto presentato da alcuni residenti della zona che lamentavano la presenza di odori nauseabondi provenienti proprio dal cantiere dell’Università. Nel cantiere, che ha un valore commerciale di circa sei milioni di euro, stanno nascendo corpi di fabbrica destinati a biblioteche, aule, centro servizi e museo archeologico dell’Università, con fondi Cipe del 2004. Un piccolo gioiello architettonico che dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello dell’Università del Salento.

 I campionamenti eseguiti dall’Arpa su richiesta del Noe e gli accertamenti tecnici, ripetuti anche nel marzo scorso, hanno confermato che il terreno su cui si stanno realizzando le strutture risulta essere contaminato da idrocarburi pesanti il cui tenore supera i limiti previsti dalla normativa vigente. Le indagini della magistratura dovranno ora stabilire eventuali cause ed estensione della zona inquinata, ed eventuali modalità e tempi di bonifica.(CdS)

 

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