Si è presentato in punta di piedi. Tanto entusiasmo e voglia di mettersi in discussione nel campionato più impegnativo anche di fronte ai gravi problemi societari e di mercato che lo obbligheranno a scelte difficili.
Eusebio Di Francesco è già al lavoro, per assemblare una squadra che al momento non c’è, ed ha un obiettivo immediato da conseguire: partire in ritiro con la rosa al completo. «Ringrazio Lecce e Pescara – ha esordito – gli uni mi hanno offerto una grande opportunità, gli altri non me l’hanno preclusa. Ho fatto questa scelta in base a ciò che è stato creato qui a Lecce e i due anni di contratto dicono che c’è una programmazione. Una sensazione positiva che ha condizionato la mia decisione».
Parlare di programmi in una società che dopo averli disattesi tutti ora è in smobilitazione ha strappato qualche sorriso ma al nuovo tecnico non difetta l’entusiasmo e questo potrebbe essere contagioso con un effetto domino positivo che coinvolgerebbe ambiente, tifosi e società stessa finché avrà modo di esistere ed operare. Primo punto all’ordine del giorno sono i rinforzi: «La squadra è in fase di ristrutturazione e ne stiamo parlando in questi giorni – ha aggiunto – occorre puntellare tutti i reparti, ora c’è un allenatore e partiamo da qui per costruire un Lecce competitivo». Cosa lo abbia spinto ad accettare un situazione da ‘codice rosso’ è presto detto: «In questo momento la società non vuol essere presente ma so che c’è, vedo delle prospettive. Ed in particolare sono stato attratto perché cercato e voluto. Per me è una grande opportunità».
Come potrebbe essere il Lecce di mister Di Francesco? «Importante sarà avere equilibrio in campo – ha aggiunto – eredito una squadra con una mentalità propositiva, De Canio ha fatto un gran lavoro ed un grande campionato. Bisognerà dimostrare di essere alla pari o migliorare ma sono qui per questo anche se non sarà facile ripetersi». Punta su Di Michele, curerà il recupero di Ofere e Olivera, non ha ancora parlato con Chevanton, spera di rilanciare Esposito – «Ha qualità e mezzi per tornare a certi livelli» – ha intenzione di convincere Cacia – «Gli ho telefonato ma aveva il cellulare staccato, riproverò» – e vorrebbe una rosa con doppi ruoli. «Oggi ci sono 3 caselle vuote da riempire con altrettanti giocatori – ha continuato – vanno bene anche giovani di 24/25 anni con determinate qualità, sarà un mix con gente di esperienza». Fabiano finirà all’AEK Atene a parametro zero e per Giuliatto in scadenza bisognerà valutare.
A Pescara ha utilizzato un modulo con 4 difensori, altrettanti centrocampisti, un rifinitore ed un attaccante ma anche il classico 4-3-3 o 4-3-1-2: «Lo dovrò adattare alle caratteristiche dei giocatori che avrò a disposizione ma da quello che vedo oggi non potrò prescindere da quattro difensori e tre centrocampisti poi in avanti si vedrà». E qui viene in mente il calcio di Zeman che il neo tecnico giallorosso ha avuto come allenatore per due stagioni quando era un giocatore della Roma. Di Francesco è un suo allievo come si disse erroneamente per Delio Rossi? Subito fugato ogni dubbio: «Zeman è un uomo che mi ha insegnato la cultura sportiva – la precisazione – sotto il profilo calcistico ho rubato il mestiere un po’ a tutti ma ho un mio modo di vedere il calcio. Imitarlo è difficile e bisogna rimanere sempre se stessi».
Come anticipato il tecnico ha portato con se quattro collaboratori: Francesco Tomeri, allenatore in seconda, Danilo Pierini, collaboratore tecnico, Franco Giammartino e Nicandro Vizoco, preparatori atletici mentre Fabrizio Lorieri si occuperà di allenare i portieri. Il diesse Osti ha smentito che il passaggio di Rosati al Napoli sia stato perfezionato come invece annunciato dal presidente De Laurentiis. (Corriere.it)