Dal 2013 abolite le agevolazioni fiscali sull’abitazione principale, una stangata per milioni di famiglie. Tagli lineari del 5 e poi del 20% su ben 483 sgravi fiscali, dai figli a carico alle spese mediche. Un carico di quasi mille euro in più a famiglia. Una vera e propria stangata per 24 milioni e 200 mila italiani, possessori di prima casa.

Eppure ricordate il famoso annuncio di Silvio Berlusconi “toglieremo l’Ici”? Si prometteva di eliminare del tutto la tassa sulla prima casa non solo per i redditi bassi, ma per tutti. In questa promessa c’erano tutte le speranze di vincere sul filo di lana le elezioni del 2006. Qualche osservatore più avvertito, provò ad obiettare che non era giusto togliere una delle poche vere fonti di entrata per i Comuni e che questo atto li avrebbe costretti ad andare a trovare da altre parti le risorse che venivano sottratte, magari aumentando le tasse sui rifiuti e tartassando ingiustamente i cittadini con le multe al  CdS. Ora però il governo cambia idea e reintroduce l’Ici mascherata da Irpef.
È questa una delle novità meno gradite previste.
La riduzione della deduzione per l’abitazione principale sarà del 5% nel 2013 e del 20% dal 2014: ovvero  a regime, la tassazione dell’unità abitativa sarà su una base imponibile pari al 20% della rendita catastale. Secondo una simulazione elaborata dal quotidiano Repubblica, un proprietario con una casa di 80 metri quadrati, situata in una zona semi-centrale di una grande città, dovrà mettere sull’imponibile Irpef il 20% dei 1.000 euro della sua rendita catastale: se questo contribuente  ha un reddito annuo di 15 mila euro e una aliquota del 23% dovrà rassegnarsi a pagare 46 euro in più.
Secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” queste misure sui contribuenti italiani, andranno ancora una volta a colpire soprattutto i redditi medio-bassi cioè quelli dei lavoratori dipendenti e pensionati su cui graverà gran parte del “carico fiscale” pendente sugli Italiani. Infatti da soli, queste categorie garantiscono ben l’“82%” dell’intero gettito Irpef.
Lecce, 21 luglio 2011     
                                                              

  Giovanni D’AGATA

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