L’anfiteatro romano e le vie del barocco leccese che risuonano del ritmo frenetico dei tamburelli. Migliaia di volti – ieri sera erano in ventimila – imperlati di sudore e piedi nudi che saltellano,
danzano la pizzica sui basoli ancora roventi d’estate in piazza Sant’Oronzo. Scenari e suggestioni che irrompono per la prima volta nel cuore di Lecce, eletta quest’anno tra le tappe del festival itinerante «Notte della Taranta» grazie a un accordo tra l’omonima Fondazione, il Comune e la Provincia.
Ieri, verso le prime ore della sera, la città appariva già affollata come non mai, fra turisti incuriositi e orde di pizzicati impegnati in corali «larilollarilollalerò» e batti e ribatti di nacchere e tamburelli sotto la colonna del Santo patrono.
Quando finalmente si accendono le luci sul palco, intorno alle 21.30, Lecce si riconnette con il cuore di questa terra, l’antica Grecìa salentina e, soprattutto, con i suoi suoni: la bellezza del patrimonio architettonico del capoluogo si salda con l’evento culturale più significativo della tradizione salentina. Taranta e Barocco, insomma, si rivelano in un attimo un binomio vincente ed è subito festa anche negli occhi e nello spirito degli amministratori presenti nel ricco parterre bipartisan (tra gli altri, il «papà» della Taranta, Sergio Blasi, il sindaco Paolo Perrone e la vice presidente della Provincia Simona Manca, delegata dal presidente Gabellone, che per primo ha rilanciato la proposta di portare a Lecce una tappa del festival).
Più che un concerto, quello di ieri è stato un vero e proprio happening con l’Ensemble Notte della Taranta sul palco insieme ad alcuni ospiti e amici di sempre: il napoletano Raiz, fondatore degli Almamegretta, i Radiodervish di Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, e la giovane voce di Alessia Tondo, tra le più ambite della musica popolare salentina.
Ad aprire le danze, i salentini Nidi d’Arac con il loro originale sound tra folk ed elettronica. Un’ «ovazione» e un costante accompagnamento corale (e coreutico) del pubblico per l’Ensemble, il gruppo formato dai musicisti storici dell’Orchestra Notte della Taranta, che ha regalato uno spettacolo trascinante e imponente, con una selezione dei brani più significativi che hanno caratterizzato le tredici edizioni dell’evento di Melpignano. Straordinario l’incipit con Pizzica degli Ucci, brano di puro ritmo ed energia, che porta la firma del mitico batterista dei Police, Stewart Copeland, maestro concertatore nel 2003 e oggi ambasciatore della Taranta nel mondo. Poi brani coinvolgenti come Auellì e Ndo ndo ndo si sono alternati a momenti di pura poesia con il canto d’amore Agapimu fidela protinì, nell’antica lingua grika e, immancabile, Lu rusciu te lu mare, affidata alla voce elegante di Nabil Salameh dei Radiodervish. Scatenato Raiz, sulle note de L’acqua te la funtana, come nella leggendaria edizione del Concertone con Copeland che lo vide ospite. Delicata e dolcissima la giovane voce di Alessia Tondo, interprete di brani da pelle d’oca come Ferma Zitella, prima del gran finale, tutti insieme, sulle note di Santu Paulu e Kalinitta, la buonanotte grika.
Se da un lato la Taranta, col suo carico di musiche e colori, ha regalato al capoluogo una tappa “elaborata” dal successo garantito, dall’altro la città ha dimostrato di saper accogliere appieno lo spirito del ragno ballerino. Chissà che non diventi un appuntamento fisso nel consueto cammino itinerante della Taranta verso Melpignano.(tratto da LaGazzettadelMezzogiorno)
FonteVideo : salentoweb tv