I costi della politica, gli sprechi legati alla gestione politica, i paradossi della politica economica dell’Europa unita.
Il presidente della giunta regionale, Nichi Vendola, affida al suo profilo di facebook i commenti sulla manovra ferragostana del governo nazionale. Vendola parte bacchettando l’Europa.
«Accettare questa Europa o uscirne – dice Vendola – sono lati di una stessa sconfitta. Lavorare per un altra Europa, misurandosi con il vento di rivolta che soffia nelle sue capitali, significa mettere assieme un pensiero lungo – anche storicamente, visto che quando nacque l’Europa stava assai peggio di oggi – con lo sforzo di prospettare una diversa uscita dalla crisi economica mondiale nella quale siamo immersi». Passando al quadro nazionale, il presidente della regione lamenta mancanza di equità nelle misure economiche contenute nella manovra di Tremonti.
«In un Paese – dice – in cui l’evasione fiscale gira tra i 130 e i 300 miliardi di euro all’anno non è possibile immaginare che sia un pensionato che guadagna 500 euro al mese o un giovane che sta invecchiando senza lavoro a doversi fare carico del tema del contenimento del debito pubblico». Quello del debito pubblico e in generale dei conti pubblici è un addentellato partucolarmente caro a Vendola che nelle settimane scorse ha ottenuto la redazione di un documento condiviso da tutti i partiti della Puglia, centrodestra e centrosinistra, e dalle parti sociali, affinché i vincoli determinati dal patto di stabilità, interno ed esterno, siano rimossi e le regioni del Sud possano tornare a spendere e a investire. A tale proposito Vendola rilancia e chiede al ministro Tremonti di escludere la spesa del cofinanziamento dei programmi europei dal calcolo del patto di stabilità».
Nella discussione sulla necessità di fare sacrifici a tutti i livelli per fronteggiare la crisi, inevitabile il riferimento ai costi della politica. Dopo le assicurazione del presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, sulla fine della stagione dei privilegi per i consiglieri regionali, Vendola conferma: «Oggi ci sono le condizioni per vincere ogni resistenza sulla riduzione dei costi della politica». Poi, quanto agli eventuali sprechi lamentati alla gestione del pubblico danaro proprio da parte della giunta regionale pugliese, in particolare con riferimento alla cultura, Vendola chiarisce: «Per ogni euro impiegato se ne incassano complessivamente quasi tre. Tanto rende il Festival della Taranta. In quattro anni sono stati spesi quasi quattro milioni di euro e il ritorno è stato di oltre 11 milioni. Si tratta solo di uno dei tasselli che hanno distinto il Salento come meta turistica. Autori dello studio sono due docenti della Bocconi». [g. arm.] (tratto da laGazzettagelMezzogiorno)