Le voci che circolano in queste ore circa la possibilità che la discarica, che per anni ha rappresentato un incubo per i neretini, possa riaprire per essere “risagomata” con il cosiddetto rifiuto “secco” proveniente dai relativi impianti, ci induce ad alzare il livello di attenzione intorno al mostro ecologico.
A poche ore, infatti, da un incendio, sulla cui natura indagano gli inquirenti, si torna a parlare di riapertura di Castellino.
Del resto, stiamo parlando dell’arrivo della stessa tipologia di rifiuto (che sono in molti a definire tutt’altro che profumato), che l’ex sindaco Antonio Vaglio con la sua maggioranza di centro – Sud – sinistra (la stessa che oggi governa con Risi la Città’), rifiutò perché non voleva provocare l’ennesima ferita alla Città.
Chi ha gestito finora la discarica pensi piuttosto ad attuare da subito e senza scuse quanto previsto nel piano di post gestione per la messa in sicurezza della stessa.
In base al decreto del 2004 dell’allora Commissario per l’emergenza rifiuti in Puglia, Raffaele Fitto, infatti, il gestore dell’impianto avrebbe potuto pretendere le somme necessarie per attuare il piano di post gestione fin da quella data.E invece, solo oggi, ai comuni arrivano i decreti ingiuntivi per la riscossione di tali somme. Nardo’ ci risulta essere, per ora, tra i centri “graziati” da tale richiesta. Un decreto ingiuntivo che, qualora arrivasse a Palazzo Persone’, sarebbe il colpo di grazia per le gia’ martoriate casse comunali.
Sappiano i Signori di Palazzo che sulla riapertura della discarica siamo pronti a fare le barricate! Non si possono barattare, ancora una volta, gli interessi economici con la salute dei cittadini!
Pippi Mellone
Consigliere comunale
Futuro e Liberta’ per l’Italia