Un curioso e interessante punto di vista del modo di facebook, chi elogia per la sua utilità sociale, e chi critica per la sua pericolosità per la facile dipendenza; a voi larga sentenza(ndr).

 

Dal bar in piazza alla rete, Facebook si trasforma in laboratorio di idee.  Si parla di cronaca, economia e frivolezze, ma anche di politica e grandi temi. C’è chi si limita a dire due parole, chi lancia improperi e chi si lascia andare a lunghissimi commenti. Ricorda le piacevoli chiacchiere nel bar del paese di una volta, ma la bacheca virtuale di Facebook ha una marcia in più. Si allarga a macchia d’olio e permette di inviare il proprio commento o un semplice ‘Mi piace’ da casa, dal lavoro o, perché no, dalla spiaggia. Il social network diventa quindi un laboratorio di idee e un modo per seguire in tempo reale ‘gli umori del Paese’ .

Sulla bacheca virtuale di Facebook dell’Adnkronos tanti sono i temi trattati. Tra i più seguiti l’attualità. Dalla guerra in Libia e in particolare, cliccatissima, la questione del petrolio, il caso Parolisi e la manovra che appassiona soprattutto se si parla di pensioni. Giovanna dubita delle “rassicurazioni”, mentre Fabio fa notare che “non c’è stato alcun taglio ai costi della politica”. Mentre con lo pseudonimo Notte Tempo Romanzo c’è chi chiude il discorso con ironia. “Manovre e contro manovre … A me sembra una rotatoria senza strade di uscita! Speriamo che aprano un ponte levatoio almeno”.

Sulla sorte di Gheddafi, invece, Alberto sconsolato dice che “la verità non verrà mai a galla”, mentre tutti convergono sull’idea che a scatenare il conflitto in Libia siano state le questioni economiche. “Quando c’è di mezzo il petrolio – sentenzia Gabriele – tutti sono interessati! Gheddafi l’hanno voluto cacciare inglesi e francesi per accaparrarsi l’oro nero..” Certo che c’è di mezzo il petrolio – ribatte online Emanuela – non è mica una guerra umanitaria” che ci tiene a precisare come “anche gli italiani abbiano voluto cacciare il Colonnello”. E poi confessa “anche io sono interessata al petrolio sennò non guido”. Quanto alla sorte del raìs c’è chi come Nino spera che “non finisca in Italia” e s’infiamma “non ce lo voglio”, mentre Martina sentenzia “mai dire Gat finché l’è nel sac” e lo traduce più o meno così: “Cioè mai dire vincita se non è ancora vincita”.

La cronaca piace. E il caso dell’anno, quello dell’omicidio di Melania Rea tiene banco anche sul web e vede tutti colpevolisti. C’è Angelo che suggerisce di “buttare via la chiave” della cella di Parolisi e si preoccupa per le casse dello Stato: “Peccato che dobbiamo anche mantenerlo a spese della comunità”. Gli fa eco Alessandra che scrive: “Se non è stato lui materialmente, è di certo il mandante”. Mentre a proposito della sparatoria in una pizzeria a Morena c’è Silvio che addebita tutto “al caldo che dà alla testa”, mentre per Marco il problema è più grave: “E’ la società che va a rotoli”. ( adnkronos)

 

Facebook accresce  l’uso di droghe in età adolescenziale e l’abuso di alcol.
Gli adolescenti che utilizzano regolarmente Facebook, Myspace e altri siti di social networking sono molto più propensi a bere, fumare e fare uso di marijuana, lo puntualizza uno studio su 1.000 bambini.

Chi ha usato questi siti ogni giorno ha cinque volte in più di probabilità di fumare tabacco rispetto a quelli che non lo hanno adoperato, tre volte in più di bere alcolici e doppiamente delle probabilità di uso di marijuana.
Il sondaggio condotto dalla Columbia University su adolescenti americani da 12 a 17-anni, ha scoperto che il 70 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare siti di social network durante il giorno, mentre il 30 per cento no.
Una delle ragioni principali per andare su tali siti, oltre che in realtà comunicare con gli amici, è quello di tenere sotto controllo coetanei, cercando le loro fotografie.
Ma lo studio ha rilevato che le immagini di adolescenti “ubriachi, svenuti, o che fanno uso di droghe su Facebook e altri siti” erano “dilaganti”.
Tuttavia, i genitori sembravano inconsapevoli che i loro figli stanno navigando su tali siti e per questa ragione potrebbe aumentare la probabilità del loro bambino di aver abusato di bevande o farmaci, con il risultato che  quasi nove su 10 credono che queste sostanze  non hanno avuto un effetto su di loro.
Joseph Califano, fondatore del Centro Nazionale sulle Dipendenze e Substance Abuse della Columbia University, ha invitato gli operatori di Facebook e gli altri ad avviare controlli più severi per bloccare tali fotografie.
Ha sottolineato: “È giunto il momento per coloro che operano e traggono profitto da siti di social networking come Facebook di implementare le loro competenze tecnologiche per frenare queste immagini e di negare l’uso dei loro siti per bambini e ragazzi che postano immagini di se stessi e dei loro amici ubriachi, svenuti o che fanno uso di droghe.
“Continuare a fornire lo strumento elettronico per la trasmissione di tali immagini costituisce un abuso “.
L’indagine ha anche scoperto che uno su cinque adolescenti ha affermato di essere stato vittima di bullismo online.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, rivolge un appello ai genitori dei figli non solo minorenni affinchè vigilino  e monitorino l’attività dei propri figli sui social network  perché anche in questo campo l’educazione risulta essere un fattore fondamentale per lo sviluppo psico sociale della generazione dei giovani.
Lecce, 24 agosto 2011                                                                                       Giovanni D’AGATA

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