Nella mia qualità di Vice-Presidente dell’Associazione Nazionale per la Tutela dei Diritti mi preme prendere posizione in merito alle recenti vicende che hanno riguardato la discarica di Castellino.

In primo luogo ritengo che si debba, preliminarmente, stabilire la natura dell’incendio che ha interessato la predetta discarica atteso che, se si dovesse trattare di incendio doloso, l’episodio meriterebbe diversa attenzione ed un immediato incontro tra l’Amministrazione Comunale e gli organi di Polizia, in primis S.E. il Prefetto di Lecce, attesa la indubbia gravità di un simile episodio.
Indipendentemente dai motivi che hanno scatenato l’incendio, emerge evidente la immediata necessità di una messa in sicurezza della discarica di Castellino; tale passaggio si rende propedeutico a qualsiasi ipotesi di riapertura del sito atteso che, se si dovesse ripetere quanto già accaduto, vi sarebbero innegabile e gravissime ripercussioni sulla salute non solo della cittadinanza neretina, ma anche della popolazione presente nei paesi limitrofi.
Invero, allo stato non solo non si conoscono le sostanze presenti all’interno della discarica, ma non si può escludere la natura altamente tossica e cancerogena delle eventuali esalazioni fumose che verrebbero liberate a seguito di nuovi fenomeni incendiari.
Pertanto, ad avviso dello scrivente, ipotizzare la riapertura della discarica si presenta come altamente pericoloso per la salute pubblica e, sicuramente, i rischi connessi a tale scelta sono così alti da non meritare la minima attenzione.
Vero è che si rende assolutamente necessario istituire un tavolo tecnico che abbia il compito di predisporre un piano di messa in sicurezza del sito, non solo con riferimento alla situazione ambientale presente ma anche con la finalità di predisporre quanto necessario per salvaguardare la salute pubblica.
All’uopo è notorio che le sostanze normalmente presenti all’interno di una discarica sono potenzialmente pericolose non solo per quanto attiene alla loro combustione, ma anche con riferimento alle esalazioni ed all’inquinamento della falda acquifera. Sotto tale aspetto compito del Tavolo Tecnico deve essere quello di individuare le corrette soluzioni che rendano il sito del tutto innocuo per i cittadini di Nardò.
In tale ambito al citato Tavolo tecnico dovrebbero far parte, oltre agli organi a ciò deputati dall’Amministrazione Comunale, anche soggetti designati dalle Associazioni ambientaliste più rappresentative e dall’Azienda Sanitaria Locale di Lecce.
Solo in tal modo l’Azione Pubblica potrebbe veramente essere efficace e raggiungere la finalità di rendere veramente sicura la discarica in ogni suo aspetto.
      
 Il Vice Presidente Nazionale
       Salvatore Antonazzo*

*= Presidente dell’Associazione Nazionale per la Tutela dei Diritti -Consigliere Comunale UDC  – Presidente Commissione Urbanistica Ambiente

 

 

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