Il nuovo anno scolastico sarà una ministangata anche per le famiglie leccesi. In città, per l’acquisto dei libri di testo per le medie o le superiori i genitori dovranno infatti sborsare dai 300 ai 600 euro.
È questa infatti la cifra che risulta sommando i singoli costi dei libri elencati in interminabili liste con le quali in questi giorni, davanti a librerie e mercatini specializzati, si raccolgono intere famiglie. Tutte con la speranza di riuscire a trovare testi usati risparmiando così il 50 per cento del totale.
LE SPESE – Ovvero una cifra cospicua, specie quest’anno in cui si registra un aumento dei costi rispetto al 2010 di circa il 4 per cento. Ecco perché allora trovare un escamotage per risparmiare è davvero essenziale, specie per chi deve comprare testi per le prime classi (la spesa più esosa) e ha più di un unico figlio da mantenere a scuola. Come Pierluigi Trevisi, uno dei tanti padri in fila al solleone davanti alle librerie che dovrà far fronte a una spesa raddoppiata. «La stima è di 500 euro, sempre che trovi i testi che spero nelle librerie dell’usato. Ma sarà difficile: per buona parte si tratta di nuove adozioni», dice Trevisi. A far lievitare i costi ogni anno è anche la sostituzione dei testi con edizioni completamente nuove, quindi praticamente introvabili nei mercatini dell’usato.
«Su dieci testi, le nuove adozioni sono otto: questa è la media nelle scuole in città», attacca Carmen Gatto, che gestisce l’omonima libreria in Viale dell’Università. «Questo vuol dire che noi per primi, librai dell’usato, talvolta facciamo fatica ad accontentare le richieste perché non sempre riusciamo a reperire i testi utili», continua Carmen Gatto, alle prese con elenchi di libri di famiglie su famiglie che pazienti attendono il proprio turno fuori dalla sua libreria. Stessa scena a La Casa del Libro (in via Merine) dove Andrea Carrozzo lascia la scelta ai suoi clienti proponendo anche libri nuovi. Ma anche qui nessuno ha dubbi. «Chiedono di cercare prima nell’usato.
La filosofia del riuso fortunatamente avanza anche tra i professionisti. Non è solo risparmio: si bada all’effettiva necessità di ciò che si acquista», spiega Carrozzo. Ecco perché, come racconta, non si compra tutto e subito. «Prima si acquistano i testi fondamentali e solo dopo si ritorna per eventuali altri libri», prosegue Carrozzo. Ma intanto in città c’è ancora qualcuno che i testi vuole comprarli solo nuovi di zecca: anche nella storica libreria Pensa in viale Lo Re, infatti, c’è gente in fila.
Una clientela fidelizzata, come spiega Vincenzo Pensa: «Talvolta chiedono sconti, che però non possiamo praticare. Così veniamo incontro ai clienti con promozioni sul corredo scolastico, ad esempio la cancelleria». Anche così si fidelizzano i consumatori, specie in un momento in cui si affaccia sul mercato un nuovo spauracchio per i piccoli librai: la concorrenza di sconti del 15 per cento sommati a buoni sconto praticati da alcuni ipermercati.
GLI SCONTI – «Oltre a non essere previsti per legge sconti al di sopra del 15 per cento, queste iniziative sono fuori mercato per noi piccoli distributori e sviano la clientela che, attratta dal buono sconto, è comunque costretta a rispendere la cifra nello stesso punto vendita», spiega ancora Vincenzo Pensa. Il libraio, infatti, sulla scia di un’iniziativa riminese e di una sentenza del Tribunale di Campobasso che ha ritenuto che il meccanismo dell’ulteriore buono sconto collegato all’acquisto del libro eluda i limiti di legge, pochi giorni fa ha inoltrato una richiesta di intervento direttamente a Confcommercio. (tratto da CdS)