Leggo con rammarico le dichiarazioni del consigliere Mellone relative alla questione di S. Isidoro e non riesco, nonostante i mie sforzi, a trovare una pur minima proposta, se non quella caratterizzata da un diffuso, improduttivo e inconcludente “morbo disfattista”.

 

Da un rappresentante della classe politica neritina, al di là del verbalismo sterile e dell’offesa gratuita, mi sarei aspettato qualcosa di concreto, delle prospettive operative, e non solo critica fine a se stessa e quel consueto fraseggio, frutto più di slogans, che di seria e meditata riflessione.

Non c’è alcun dubbio che l’amministrazione Risi non consentirà mai che si perda un solo centimetro quadrato del proprio territorio, per cederlo, eventualmente, a chicchessia, così come è certo che per l’attuale maggioranza le marine rappresentano uno degli aspetti peculiari delle Linee programmatiche di mandato, al di là dei “proclami” di qualche consigliere di minoranza, più avvezzo alla sterile contrapposizione e meno alla proposta seria, fattiva e collaborativa.

Ma, com’è noto, l’ardore argomentativo e la conclamata volontà denigratoria a volte possono far perdere di vista i veri valori del contendere, che devono essere sempre garantiti, e che non possono essere soffocati dall’irrefrenabile e ingiustificabile desiderio di “demolire tutto e ad ogni costo”.

A mio sommesso avviso, la politica fatta all’insegna del mero protagonismo e della deprecabile esasperazione, spesso accompagnati da una sorta di pessimismo cosmico, non approda a nulla di buono, esaspera gli animi dei più giovani e concorre a creare ulteriore sfiducia nelle istituzioni e nelle persone che curano la res publica.

Tale animus fa sì che qualsiasi iniziativa, anche la più meritoria, debba essere demonizzata a priori, non perché non sia meritevole di attenzione, ma semplicemente perché proviene da una opposta parte politica.

E’ altrettanto pericolosa la visione pessimistica del futuro, che non fonda il proprio convincimento su fatti oggettivi, ma semplicemente su una aprioristica negatività.

Ritengo che tale modo di fare politica impedisca qualsiasi forma di rinascita sociale, economica e culturale della Città, in quanto tutto appare finalizzato esclusivamente a schernire l’avversario, per via della difficoltà di vedere la realtà con colorazioni diverse dal “nero”.

Il dialogo politico, il confronto aperto, sereno e democratico, nonché il rispetto delle opinioni altrui, invece, debbono necessariamente sostituire l’incomprensibile risentimento e la pura demagogia.

L’attuale governo della Città, in ogni caso, saprà darà risposte adeguate ed esaustive e il tempo sarà certamente un giudice attento ed imparziale.

Salvatore Antonazzo
consigliere di maggioranza Udc

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