Nella maggioranza catto-“fascio”-comunista di Risi scoppia la grana Boncuri. E’ di queste ore la “querelle” tra la lista Partecipa da un lato e Sinistra e Libertà dall’altro sulla delibera n.67 del 26 settembre 2011. Il movimento politico dei fratelli Leuzzi chiede addirittura, a mezzo stampa, la revoca della delibera in questione.
Una crepa importante nella maggioranza; la prima frattura politica pubblica… Al di là della maggioranza di Risi che implode a preoccuparci è però il destino della struttura. Con l’approvazione da parte della Giunta comunale, infatti, la masseria Boncuri diverrebbe non più centro per l’accoglienza dei lavoratori migranti impegnati d’estate nelle nostre campagne ma struttura per l’accoglienza dei migranti extracomunitari richiedenti o titolari di protezione internazionale e progetti umanitari. Sarebbe, quindi, palese il cambio di destinazione della struttura che nell’estate 2011 ha ospitato alcune centinaia di lavoratori extracomunitari con molte difficoltà e disagi soprattutto per i neritini.
“La struttura, come già proposto dal nostro consigliere comunale Pippi Mellone con l’interrogazione del 25 agosto scorso, – ricorda Tonino De Paola, dirigente cittadino di Futuro e Libertà per l’Italia – dovrebbe a nostro avviso essere a totale carico dei datori di lavoro, partendo dai costi di gestione della stessa, sul modello dei “baustelle” svizzeri. Così non è stato in questi anni con costi che sono andati a gravare interamente sulle casse regionali, provinciali e comunali (già a sufficienza esangui). La struttura è stata un “manifesto ideologico” messo in piedi senza curarsi troppo delle conseguenze per residenti, proprietari di terreni limitrofi ed agricoltori locali. Già quest’anno la situazione sul piano della “sicurezza” era, a nostro modo di vedere, abbastanza critica.
“A questo stato di cose, già di per sè emergenziale, con il progetto regionale P.I.U.A.M.I.C.I. si darebbe – sottolinea Giuseppe De Pascalis, vice presidente del circolo Generazione Futuro Nardò (movimento giovanile di Fli)- carattere di stabilità a tale struttura. Un centro attivo tutto l’anno, quindi, e non più per poche settimane. L’esperienza di Lampedusa ci insegna che tali politiche pseudo-umanitarie si sono rivelate fallimentari, sia per i cittadini residenti sia per gli stessi immigrati, collocati in container che hanno le sembianze di veri e propri “lager”. Come dimenticare, poi, che, giusto qualche settimana fa, l’Amministrazione neritina fu costretta a pagare il viaggio di ritorno dei lavoratori migranti proprio per uscire dall’emergenza? Che la struttura Boncuri sia un “modello da imitare” è cosa che possono scrivere solo giornalisti di testate nazionali lontani dalla nostra realtà ma che andrebbe attentamente analizzata. La situazione di Boncuri in questi anni già grave diverrebbe così facendo “esplosiva”. Futuro e Libertà per l’Italia chiede, quindi, con forza la revoca della delibera di giunta n.67 essendo “risibili” le argomentazioni di chi parla di possibilità di rinunzia una volta ottenuti i finanziamenti!”