La Serbia non graffia, l’Italia non affonda e la notte di Belgrado si chiude senza paure, con un 1-1 che non interrompe l’imbattibilita’ azzurra e non chiude definitivamente le porte alla squadra di casa per le speranze di play off europei. Certo, ci si e’ messo un gol fulminante di Marchisio, dopo soli 56”, a spianare la strada alla squadra di Prandelli, 

 

spegnendo il furore agonistico di un’avversaria che alla fine dei conti si e’ rivelata poca cosa. Ora dovra’ andare a vincere in Slovenia, ma se lo e’ meritato. Al di la’ delle capacita’ un’Italia da promuovere, per personalita’ e gioco. Genova e’ lontana, con i suoi hooligan e le sue paure. Lo stadio della Stella Rossa e’ militarizzato, poliziotti in assetto antisommossa e 32 Ultras Italia fermati alla frontiera con la Croazia. Non e’ serata da colpi di testa, gli unici ammessi sono quelli in campo. Ma anche li’ il copione si rivelera’ ben diverso da come lo aveva immaginato una nazione intera, per la sua squadra di casa. Falcidiata dagli infortuni, l’Italia di Prandelli si presenta sul campo del Marakana’ con una formazione obbligata. Cassano-Rossi la coppia leggera, Montolivo trequartista e Marchisio mezzosinistro, dalla parte dove – sulla linea difensiva – Chiellini si deve spostare per mancanza di ricambi. La Serbia risponde con un 4-3-3 dove Stankovic fa il capitano e il perno centrale, Krasic l’ala destra e i movimenti di Ninkovic dietro la punta Pantelic la variante tattica. Soprattutto, la squadra di casa si presenta con l’impatto forte del suo stadio.

Fischi all’inno italiano, un cupo e assordante coro all’inno nazionale. Ma e’ l’inizio azzurro a gelare i 45.000 tifosi serbi, dopo un tiro rapidssimo di Kolarov che Buffon non trattiene. Scambio Cassano-Rossi e palla filtrante, Marchisio si infila e batte a rete. Fulminante. E’ gol all’esordio per il centrocampista azzurro gia’ protagonista in Juve-Milan: e’ lui la nota piu’ positiva per Prandelli stasera, un centrocampista tuttofare e tuttocampo, di intelligenza tattica rara. A pari merito con lui il Rossi di stasera: giocate, movimenti, occasioni, il piccolo attaccante del Villarreal ha sempre provato a prendersi tutta la serata Benche’ Montolivo sparisca, il palleggio di Pirlo e la pressione di tutta la squadra neutralizza la Serbia. Che di suo ci mette una propensione incomprensibile ad appoggiarsi a destra su Krasic, troppo impreciso. A conti fatti, e’ l’Italia a far partita e occasioni. Come quella dell’8′, quando Cassano lancia Rossi il cui sinistro sbatte su Jorgacevic in uscita. Il tentativo di Stankovic da 40 metri, al minuto 24′, da’ l’idea: i serbi ci mettono cuore e voglia, e niente piu’. Ma il pari arriva all’improvviso, secondo un filo illogico. Chiellini mette in angolo su pericoloso cross di Tosic, che sulla battuta di Krasic spara a rete e trova la deviazione, fortuita, di Ivanovic. Pantelic e’ in fuorigioco davanti a Buffon, Proenca lo ritiene ininfluente. Lo stadio esplode. Ci si aspetta l’assedio, ma il copione non cambia. Cosi’ si va negli spogliatoi sul pari.

Al rientro, con Petrovic per Fejsa al fianco di Stankovic, la Serbia prova a scatenarsi. Buffon e’ impegnato da Kolarov, al 2′ su punizione e al 7′ su un contropiede, e tutte e due le volte e’ provvidenziale. Risponde subito dopo Cassano con un sinistro che sfiora l’incrocio controllato da Jorgacevic. L’occasione ghiotta per riprendersi la partita e’ al 19′, ma sul contropiede Montolivo in area spreca l’assist a Rossi tutto libero dall’altra parte, timbrando cosi’ una prestazione personale da dimenticare. Esce subito dopo Cassano ed entra Giovinco, poi a seguire Nocerino per Marchisio infortunato. La squadra di casa sembra una tigre che si nasconde in cerca del momento per colpire. Il pallone gira tra i piedi degli azzurri poco pronti a finalizzare il possesso del gioco. Come quando al minuto 37′ Giovinco si trova solo in area davanti al portiere, ma prima e’ troppo avanti rispetto al pallone, poi quando si rialza e’ anticipato dai difensori. Il piccolo attaccante ci riprova poco dopo, ma il suo sinistro al volo e’ al lato. Minuto dopo minuto, da tigre la Serbia si trasforma in un micetto, e il palleggio finale degli azzurri e’ solo un atto di cortesia verso i padroni di casa. Inevitabile l’1-1 finale.(Ansa)

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