In questi giorni, in seguito alla decisione da parte della Regione Puglia di emanare regole certe circa le concessioni demaniali per futuri insediamenti di strutture balneari, si riprende a discutere d’imprenditorialità turistica.
A breve,quindi, dovremmo assistere alla nascita, ci auguriamo organizzata, di strutture che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) attrarre quei turisti che sino ad oggi hanno preferito dileguarsi in direzione Gallipoli o Porto Cesareo, che come è noto hanno una marcata vocazione turistica “organizzata”. I problemi ovviamente non sono le concessioni se si userà un criterio razionale, basato su una programmazione a lungo termine; ciò che preoccupa è l’indotto di cui queste strutture dovranno usufruire, perché senza una comunione di intenti tra privato e amministrazione comunale non si va da nessuna parte.
Il problema, a nostro avviso, risiede in una cultura votata ad una innata (e insana) improvvisazione che ha reso la nostra costa un’accozzaglia di insediamenti privati e di cattedrali nel deserto, poche per la verità; un pugno in un occhio rispetto alla bellezza e alla particolare morfologia della costa, che ricordiamo è di quasi 23 km e che una programmazione a medio e lungo termine e un severo controllo del territorio avrebbero dovuto salvaguardare dai tanti scempi perpetrati.
Politiche sbagliate o malcostume? A nostro parere l’incapacità programmatica pubblica, inasprita da uno spiccato individualismo, ha determinato lo stato dei luoghi che tutti noi oggi conosciamo.
In questi anni, infatti, se da un lato vi è stata superficialità politico-amministrativa, dall’altro si è verificata una speculazione privata in tutte le salse, che ha letteralmente “consumato” ampie porzioni di territorio.
Ovviamente occorre ormai convivere con tutto ciò, visto che abbattere scempi e bonificare è pura utopia(?), ma nulla vieta che si possa migliorare il territorio ambendo a fare turismo non solo 60 giorni l’anno, ma 6 mesi all’anno.
Fronte mare da riqualificare, quindi, con un concorso di idee per renderlo fruibile e funzionale, come molto spesso proposto dalle “pagine” di questo portale; rendere sfruttabili e efficienti servizi di prima necessità, riorganizzare la viabilità e programmare aree parcheggio, piste ciclabili e bus navetta sostitutivi; sicuramente tutto ciò renderebbe più salubre e vivibile il nostro territorio, non solo per i turisti!
E poi ancora, rendere operativo il progetto dell’albergo diffuso 365 giorni l’anno con una gestione comune e regole condivise e applicabili a tutti senza distinzione (un miracolo direte voi!); ma pensiamo a cosa potrebbe essere il nostro territorio con un turismo presente tutto l’anno, un valore aggiunto ad un economia che non naviga di certo in acque tranquille.
Rivoluzione…? Forse! A nostro avviso questa è la strada maestra che amministratori accorti dovrebbero seguire, con l’aiuto di quell’imprenditorialità tanto coraggiosa da sembrare temeraria, in un territorio difficile come il nostro.