(AGI) – Roma, 15 ago. – Una cattedrale e una piazza gremita a Pitigliano, per i funerali di Simone Camilli, il giornalista dell’Associated Press, ucciso a Gaza durante un’operazione di sminamento.

Nel paesino toscano, in lutto cittadino, sono arrivati parenti, colleghi, amici ma anche tante persone dai centri vicini nonche’ una delegazione palestinese con tanto di bandiere. In prima’ fila il padre, Pier Luigi, sindaco di Pitigliano ed ex giornalista Rai. A officiare il rito funebre il vescovo di Pitigliano, Sovana e Orbetello, Guglielmo Borghetti. “La perdita di un figlio e’ un evento terribile – aveva detto il vescovo ieri in occasione della preghiera di suffragio per Simone e di sostegno per i suoi familiari – che lega la nostra terra ai tragici fatti di sangue che oscurano la serenita’ degli animi, ma che non possono spegnere la nostra speranza in un futuro di pace”. “E’ una parola di speranza quella che dobbiamo pronunciare e gridare forte”, ha detto nell’omelia monsignor Guglielmo Borghetti, presentando Simone come “giovane coraggioso”, “professionista appassionato”, “figlio di cui il padre e’ fiero” e “l’amico che tutti avrebbero desiderato avere”, che ha concluso “troppo presto la sua vita terrena in una terra da troppo tempo coinvolta in un tragico e assurdo conflitto. La figlia”, ha detto ancora il vescovo esprimendo la vicinanza della chiesa alla famiglia, “potra’ parlare orgogliosa del suo papa’”. Quindi il prelato ha invocato la pace, il dialogo e la riconciliazione, ricordando che “la violenza non si vince con la violenza ma si vince con la pace”. “La morte di Simone – ha affermato ancora Borgetti ricordando le parole del Santo Padre – e’ conseguenza di quest’odio materializzato che e’ la guerra”. Sulla bara del fotoreporter una corona di fiori degli amici di Gaza e Gerusalemme, palestinesi e israeliani. Toccante ricordo del padre e della compagna di Simone Camilli durante la celebrazione dei funerali alla cattedrale di Pitigliano. Pier Luigi Camilli ha rammentato le conversazioni su Skype a Gaza con il figlio e ricostruito le ultime drammatiche 36 ore; in particolare, ha riferito che le tante persone incontrate a Gerusalemme hanno detto che Simone era “una persona speciale” e un grande professionista. “Ho scoperto – ha confessato – una nuova immagine di mio figlio”. Alle ultime parole, rivolte alla nuora e alla nipote, e’ seguito un caldo applauso. Poi ha preso la parola la compagna Ylva Van der Verg: ha ricordato il loro primo incontro, la loro storia d’amore, l’entusiasmo di Simone per il suo lavoro. “Raccontero’ a nostra figlia – ha concluso – che uomo e che padre meraviglioso sei stato”. Molto commoventi anche le parole della madre Maria Daniela Vigna, che ha detto: “forse non siamo piu’ umani quando consideriamo gli altri oggetti o numeri”. Quindi la lettura della lettera giunta al quotidiano La Repubblica “Il grazie di Gaza a Simone”. (AGI) .