Quanto si è verificato a Roma in questi giorni e ciò che sta accadendo, probabilmente,in tante altre parti d’Italia ha innescato una violenta reazione a catena da far precipitare vertiginosamente nell’opinione pubblica la credibilità di una classe politica già fortemente compromessa.

 

La società civile guarda la politica con forte disprezzo perché la percepisce come un’occasione di facile guadagno,un mestiere che arriva senza dover studiare,senza curriculum ed esperienza. In un’Italia dove le aziende chiudono,le famiglie sono strangolate da una pressione fiscale paurosa,in ogni angolo imperversa il malaffare, le tante emergenze,gli appalti, le continue proroghe,le forniture urgenti di beni e servizi diventano vere e proprie occasioni di profitto illecito.

Uno degli aspetti inquietanti è che non c’è più distinzione di colore politico, partito,appartenenza e gli ideali non esistono più. La corruzione ormai trasversale è diventata un sistema dove chi partecipa non solo non ha la consapevolezza della gravità delle azioni che compie ma si sente legittimato a farle. Arrivare a compromettere la tenuta delle istituzioni è quanto di più inaudito possa accadere. Ormai è convinzione di molti che senza “ungere” non si va da nessuna parte. E’ necessario brigare,occupare posizioni per raggiungere facili risultati ed ottenere considerevoli vantaggi. Si ha la sensazione che chi fa questo non riesce più a percepire la consapevolezza del suo status.

E’ necessario che la società civile reagisca immediatamente e con forza a questo stato di cose se si vuole che la politica riacquisti la sua autorevolezza,il suo ruolo costituzionale e le Istituzione al centro ed in periferia siano salvaguardate e tutelate dall’enorme quantità di fango con cui ogni giorno vengono insudiciate. In un Paese non più capace di difendere il talento,l’impegno ,dove si fa il tiro al bersaglio con chi ha l’immagine pulita,dove si detesta chi si distingue per professionalità e rettitudine c’è bisogno di urgenti, profondi e radicali cambiamenti.

E’ necessario fare in fretta perché quello che negli anni novanta molti hanno presagito, e cioè che “tangentopoli” fosse solo il punto di partenza di una apocalisse sociale e politica si sta avverando.