LECCE- E’ stato ascoltato per tre ore, durante la mattinata, il commissario straordinario “per l’emergenza Xylella”, Giuseppe Silletti. Convocato in Procura, come persona informata sui fatti, dalle pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci. È un’altra tappa dell’inchiesta che va avanti. Il reato contestato, al momento a carico di ignoti, è di “diffusione colposa di una malattia delle piante”. L’obiettivo delle indagini è, da un lato, ricostruire il come e il perché è arrivato qui il batterio da quarantena, dall’altro per capire se le misure obbligatorie adottate siano proporzionate al pericolo di diffusione del contagio e abbiano solide basi scientifiche.

Le bocche degli inquirenti restano cucite. Ciò che è certo è che si è discusso molto del piano Silletti e, in particolare, delle misure più drastiche e discusse previste: eradicazione delle piante e uso di insetticidi. Gli abbattimenti, nel focolaio di Oria, interesserebbero circa 200 alberi individuati “a vista”, per gli altri si procederà sulla base di analisi, ma pare che molti campioni studiati in laboratorio stiano dando esito negativo. Resta il nodo legato a cosa fare con gli ulivi monumentali eventualmente attaccati dal disseccamento rapido e che fare, poi, con l’uso di insetticidi sugli alberi a partire da maggio. È un obbligo che resterà? O sarà rivisto?

Il tempo delle decisioni stringe. Entro fine aprile, l’Ue potrebbe emanare una nuova decisione, sulla base del nuovo parere che l’Efsa sta elaborando leggendo gli altri studi che, tramite Peacelink, le associazioni del territorio hanno fatto arrivare a Bruxelles. La scaletta delle azioni, però, prevede già un punto fondamentale: entro Pasqua, tutti i proprietari di particelle devono procedere con urgenza con le arature dei terreni, buona pratica indispensabile per abbassare la popolazione degli insetti vettori.

Dopo essere stato in Procura, il comandante regionale della Forestale, Silletti, si è recato a Veglie, dove esiste un ulteriore focolaio su cui intervenire. Ci si muove con cautela. Difficile ignorare anche gli appelli che da più parti del Salento arrivano. Da ultimo, nelle scorse ore, tramite la via crucis organizzata dalle 5 diocesi e che ha chiamato a raccolta 4mila persone. Una fiaccolata lunga 5 chilometri da Gagliano del Capo a Leuca per riflettere sulle emergenze ambientali e sanitarie del Salento, sulla ricchezza del Creato. Una richiesta di aiuto di un popolo intero, perché “un cancro – hanno detto i vescovi – sta smorzando la speranza di aiuto di una terra già povera”.(fonte TRnews)

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